Acabnews Bologna

“Tornare in piazza!”

È l’appello di Tpo e Làbas dopo il corteo per “reddito, salute, welfare e diritti” di sabato scorso. Crash: “Attraversate e sanzionate zone del lusso, la crisi la paghino i ricchi!”. Vag61: “Manganellate e denunce non ci fermeranno”. Riders Union:”Se la dignità è un lusso allora ne abbiamo diritto anche noi! Questo è solo l’inizio!”.

09 Novembre 2020 - 15:35

“Un corteo determinato di riders, lavoratori dello spettacolo e della ristorazione, di precari senza alcuna tutela, di studenti e studentesse, ha attraversato le strade della città per chiedere con forza politiche sociali, diritti, denaro e welfare per tutt*”. Questa la presa di posizione, dopo la mobilitazione di sabato scorso, diffusa da Riders Union Bologna, che per prima, sull’onda degli scioperi delle consegne, ha proposto una mobilitazione cittadina. Continuano i ciclofattorini: “Questi mesi di crisi economica e pandemia stanno lasciando davanti a noi solo macerie. Rifiutiamo il ricatto che ci viene imposto tra lavoro e salute. In questi mesi c’è chi ha continuato a lavorare senza alcuna sicurezza sanitaria e chi è rimasto a casa senza la possibilità di arrivare a fine mese. Poche ‘mancette’ come quelle elargite in questi giorni dalle piattaforme per boicottare gli scioperi non possono comprare la dignità. Non è vero che la crisi ha colpito tutti alla stessa maniera, il settore del food delivery è esemplificativo del fatto che alcuni continuano a fare profitti. Se la dignità è un lusso allora ne abbiamo diritto anche noi. Chiediamo welfare e denaro per tutti perché nessuno va lasciato indietro. Per questo condanniamo la violenza della polizia che ha caricato il corteo alle sue spalle e fermato due persone, tra cui un avvocato nell’esercizio delle sue funzioni. Ma non ci faremo intimorire. Questo è solo l’inizio!”.

“Un grande corteo a Bologna, rabbioso e determinato, ha attraversato il centro della città attraversando e sanzionando le zone del lusso. Lì è accaduto un fatto gravissimo: aggredito e arrestato un avvocato nel pieno delle sue funzioni”, scrive il Laboratorio Crash, ribadendo: “La crisi la devono pagare i ricchi!”

Vag61 esprime “piena solidarietà alle/i fermate/i”, aggiungendo: “Non saranno le manganellate ingiustificate e le denunce a fermare le piazze che a gran voce rivendicano diritti e reddito, welfare e salute. Avanti!”.

“Tornare in piazza!”, è l’appello di Tpo e Làbas: “Non ci sono sensazionalismi nella piazza di ieri (sabato, ndr). Solo il normale senso di una realtà contraddittoria. La Galleria uno spazio urbano, e come tale viene investito dai conflitti sociali urbani. Non esistono isole felici nell’era Covid.  L’oggi è piazze vuote dalle 22, ma solo riders in strada. Prima, nel pomeriggio dei T-Days, migliaia di persone in giro a prendersi gli spazi di vita. Ma quali sono questi spazi di vita con la didattica a distanza come unica alternativa alla continuità didattica, con la chiusura di cinema e teatri, con l’assenza di luoghi di socialità e cultura? Lavoro e casa come modello di vita? L’assenza di continuità di reddito morde i tacchi della politica. Ecco che la piazza, prima di un possibile lockdown, è un richiamo per tutt*, soprattutto per chi è rimasto escluso da sussidi e prospettive. Altro che Gucci e Luis Vitton, meglio le nuove generazioni delle periferie, con tutte le loro contraddizioni, nelle strade e nelle piazze che nei centri commerciali. Perché la realtà è fatta -anche- di lavori pagati 3€ a cottimo. Da qui bisogna partire per dire che ciò che è successo ieri (sabato, ndr) a Bologna che è molto di più di come lo si descrive sui giornali o di come lo vuole raccontare qualche magistrato già perseguito per gravissime responsabilità con il suo modo di operare. La piazza è stata chiamata dai riders, ‘precari essenziali’ in mobilitazione permanente contro l’accordo truffa che li impoverisce sempre più. Quelli che a casa, dopo le 22, non ci possono stare hanno chiesto alla città di aiutarli. Hanno risposto parte degli esclusi. Quelli che nei mesi passati si sono organizzati per dare risposta dal basso alla povertà, spazi sociali mutualistici come i nostri, precari e precarie organizzate nella lotta per il reddito, settore dello spettacolo, della ristorazione, studenti e tanto altro ancora.  Durante il corteo la polizia ha caricato alle spalle, ha fermato due persone, tra cui un’avvocata. La polizia ha aggredito in modo vigliacco per vendicarsi, ma la piazza ha risposto restando piena. La piazza, in questa fase, è uno spazio di democrazia ancora più importante. Per questo, in piazza, dobbiamo tornarci nuovamente. E lo faremo. Non c’è alternativa a lottare, insieme. Tornare in piazza!”. Il testo si conclude con una postilla: “La nostra completa solidarietà ai precari al lavoro in Galleria. Non fatevi usare contro i vostri fratelli e le vostre sorelle in lotta”.