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Torino / Il 21 febbraio manifestazione nazionale NoTav

Dopo le condanne per gli scontri del 2011: “Volevano farci paura, invece ancora una volta abbiamo saputo ricompattarci e ripartire”. Intanto prosegue la campagna in sostegno di Erri De Luca: “Le parole non si processano”.

05 Febbraio 2015 - 11:22

Manifestazione nazionale NoTav, a Torino, il 21 febbraio. E’ la decisione presa dall’assemblea che si è svolta a Bussoleno qualche giorno fa, subito dopo le sentenze di condanna che hanno colpito il movimento contro l’Alta velocità in Val di Susa. “Dovevano farci paura con 140 anni di carcere e invece ancora una volta il popolo NoTav ha saputo elaborare un momento difficile in una spinta per ricompattarsi e ripartire”, si legge su NoTav.info, dove si racconta come al termine dell’assemblea “abbiamo deciso di puntare in alto”, per l’appunto con una nuova manifestazione nazionale. “L’assemblea è stata aperta da un video che ha mostrato quello che il tribunale non ha voluto vedere, ovvero lo svolgersi di due giornate di resistenza popolare represse con violenza e scorrettezza da quelle forze dell’ordine che solo all’interno dell’aula bunker sono state credute nelle false testimonianze, nelle ricostruzioni fantasiose nelle deposizioni recitate a memoria. Avevamo chiesto all’avv. Novaro e all’avv. Colletta di introdurre l’assemblea a termine di quel percorso lunghissimo del maxiprocesso ma prima di iniziare a parlare, tutti i NoTav si sono alzati in piedi rivolgendo un lungo e caloroso applauso a tutti gli avvocati che ci hanno difeso con passione, professionalità, tenacia e a titolo gratuito. Un grazie di cuore che solo i NoTav sanno dimostrare. La ricostruzione del maxiprocesso, le tante incongruenze, la palese sentenza già scritta ha convinto tutti nell’idea di rilanciare la lotta sul terreno dei perchè arriviamo a subire ingiustizie simili. Facciamo paura, dobbiamo essere sconfitti perchè ci battiamo contro interessi così forti che sono capaci di compattare tutti quelli che campano sulle grandi opere, sulla malapolitica, sulla spartizione di potere”.

All’indomani delle condanne per i 47 NoTav, intanto, ha preso il via (ma con un rinvio al 18 marzo) anche il processo a carico di Erri De Luca, finito alla sbarra per aver espresso sostegno alla lotta dei valsusini. Sempre NoTav.info pubblica una videointervista allo scrittore: “E’ un processo per quello che io ho affermato a favore della lotta della Val di Susa, quindi è diverso da quello che voi avete fatto finora, che è mettere i vostri corpi a sbarramento contro quest’opera. Io ho sostenuto queste ragioni usando, credo con proprietà di  linguaggio, almeno per me, il verbo sabotare. Sabotare è mettere il proprio corpo a sbarramento ed impedire che questa opera passi sul corpo della vostra terra e che questa resti ferita, compromesa e guastata da questo buco micidiale. Voi ci avete messo il corpo, io solo le parole. Queste parole sono state incriminate e sono fiero di difenderle”. Con l’azione giudiziaria “vogliono censurara la libertà di parola contraria e scoraggiare altri a prendere parte ed avere una posizione nella vita civile di questo paese. Vogliono, non credo che ci riescano. Intanto il risultato ottenuto è quello opposto: grazie a questo processo, le ragioni della Val di Susa sono molto più conosciute di prima, non solo in Italia ma anche all’estero”. Prosegue, intanto, la raccolta di attestati di sostegno in favore di De Luca lanciata al grido di “Le parole non si processano, liberiamo le parole”. Dall’avvio dell’iniziativa “molte persone hanno sottoscritto ‘iostoconerri’. E io con chi sto? Io- sono le parole di De Luca, riportate sul sito creato per la campagna- sto con tutti loro e con la Val di Susa. Questo processo contro di me è appendice di innumerevoli processi al popolo della vallata. Sul banco degli imputati mi possono piazzare da solo, ma possono farlo solo lì. Già dentro l’aula e poi fuori di lì, isolata è l’accusa”.

> Per esprimere il proprio sostegno a Erri De Luca: qui