Un contributo di alcuni nostri collaboratori sulla protesta dei lavoratori della fabbrica di Crespellano: “Gli operai hanno scelto di bloccare la produzione, presidiando i cancelli con i picchetti”.
6 a.m. – È cominciato stamattina alle sei la protesta degli operai della Titan di Crespellano, fabbrica che si occupa della produzione di parti per macchinari agricoli. Gli operai hanno scelto di bloccare la produzione, presidiando i cancelli con i picchetti, per richiamare l’attenzione circa le condizioni che vuole imporre l’azienda: da un lato il licenziamento di 99 ‘esuberi’, dall’altra, l’arretramento dei diritti dei cassaintegrati.
In particolare la dirigenza aziendale sta approfittando dell’alibi della crisi, per tagliare posti di lavoro e tornare ad assumere lavoratori interinali, con meno diritti, nel prossimo futuro. Con la stessa motivazione si è spinta fino a erodere i diritti di quei lavoratori che l’azienda stessa da un anno tiene in cassa integrazione: per avere garantiti i ratei (maturazione ferie, premi, tredicesime etc etc) ciascun lavoratore in cassa integrazione deve lavorare almeno undici giorni al mese. Ma se il lavoro è l’azienda stessa che lo toglie, mandandoli in cassaintegrazione e garantendo solo una settimana massimo di lavoro al mese, è chiaro il paradosso, utile solo a eliminare le piccole garanzie dei già poco fortunati lavoratori cassaintegrati.
Contro questa situazione gli operai sono uniti nella richiesta di un salario minimo garantito (in un anno, il padrone ha calato la paga del 30%), del mantenimento dei diritti acquisiti dei cassaintegrati e del ritiro dei 99 annunciati licenziamenti.
Attivisti dell’alba
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