Attualità

Tagli a sanità e ricerca, salta il tetto alle tasse universitarie per migranti e fuoricorso

La mannaia della “Spending review”: settemila posti in meno in ospedale, 18mila lavoratori a rischio nelle farmacie. Università: dietrofront sul taglio di 200mln, ma potrebbero quadruplicare le tasse per chi non è italiano e in corso

10 Luglio 2012 - 16:03

(dal sito di Radio Onda d’Urto)

Approda oggi in Senato la cosiddetta spending review, per un iter che il governo vorrebbe chiudere entro il 3 agosto. Ieri il ministro della Salute Balduzzi ha annunciato l’entità dei tagli nella sanità: 8 miliardi da qui al 2014, di cui 900milioni già quest’anno, per un totale di 7mila posti letto in meno. Secondo Federfarma, che oggi deciderà se chiudere o meno le farmacie per una serrata, sono a rischio circa 18mila posti di lavoro solo in quel settore.

Dalla sanità all’università, nuovamente nel mirino del governo. Ritirato, per ora, il taglio di 200 milioni del fondo ordinario per gli atenei, il governo punta ad aumentare fino al 400 per cento le tasse universitarie per gli studenti non italiani, indipendentemente dal percorso scolastico, e pure per quegli italiani che non sono in corso, spesso perchè impegnati in un lavoro precario e malpagato necessario a mantenersi fra carotasse, carolibri, caroaffitti e carovita.
Il governo, cambiando due semplici parole di un vecchio decreto del Presidente della Repubblica che disciplina i contributi universitari, ha di fatto liberalizzato le tasse universitario alzando il famoso limite che costringeva gli atenei italiani a non poter prelevare dalle tasse studentesche una quota superiore al 20% del Fondo di Finanziamento Ordinario, un limite che la metà degli atenei già violava abbondantemente.
Grazie alle modifiche del governo, non saranno più le tasse di tutti gli studenti a dover rimanere sotto il limite del 20%, ma solo quelle degli studenti italiani e comunitari in corso. Ovvero sono esclusi del computo gli studenti non italiani (2%) e soprattutto i fuoricorso (circa il 40%). In questo modo gli atenei potranno aumentare le tasse degli studenti italiani in corso fino a raggiungere il limite del 20% e aumentare a dismisura le tasse degli studenti migranti e dei fuoricorso, per cui non esiste alcun limite. A garantire, nel caso fosse necessario, aumenti più consistenti c’è un’ulteriore novità: la base su cui calcolare il 20% non sarà più il Fondo di finanziamento ordinario, ma saranno tutti i trasferimenti dello Stato all’ateneo (ovvero molti più soldi).

Dall’università alla ricerca. Appello oggi dal Cern di Ginevra, a pochi giorni dallo scoperta del bosone di Higgs, contro i tagli ai fondi dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) previsti dal decreto sulla spending review. Un provvedimento che ha destato “sconcerto e profonda preoccupazione”, dicono il direttore della ricerca del Cern, Sergio Bertolucci, la responsabile dell’esperimento Atlas, Fabiola Gianotti, e Guido Tonelli , ex responsabile dell’esperimento Cms. I tagli, proseguono, vanno ad aggravare una situazione già difficile per la compressione dei bilanci che negli ultimi anni ha imposto la riduzione della pianta organica, il blocco delle carriere, il congelamento dei salari. Con i nuovi tagli, rilevano, “l’Infn verrebbe di fatto riportato alla situazione in cui si trovava nei primi anni ’80, con buona pace dei blabla (bipartisan) sull’importanza strategica della ricerca e dell’innovazione per la crescita del nostro Paese”. Nei confronti dei giovani, infine, il messaggio è “devastante”, con “un invito ad andarsene da questo Paese” e un brutale scoraggiamento per gli studenti della scuola dell’obbligo.