Migliaia manifestano rimandando al mittente gli attacchi di polizia e magistratura nei confronti dei movimenti contro austerity, precarietà e grandi opere. Il 12 aprile il primo corteo nazionale contro il governo Renzi: "Vogliamo ribaltarlo!".
In corteo migranti, rifugiati, lavoratori delle cooperative della logistica, nuove generazioni, occupanti di casa, studenti, insegnanti, centri sociali. Srotolato uno striscione dal Pincio: "Our Europe is without borders".
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In piazza sabato nella città del caso Granarolo: contro lo sfruttamento, la Bossi-Fini, i Cie, la ghettizzazione per le scuole. Il nuovo governo? "Non poteva andare peggio".
Contro il "legame tra lavoro e permesso di soggiorno", per "la chiusura di tutti i Cie, la cittadinanza dei nati e cresciuti in Italia, una legge sul diritto d'asilo, l'accesso universale a sanità e istruzione".
Il comunicato condiviso dopo l'assemblea nazionale di Roma. Molti appuntamenti prima e dopo il grande corteo: fino al primo marzo mobilitazioni a fianco di migranti e rifugiati, primo maggio in piazza contro Expo e sindacati confederali.
Trecento all'assemblea nazionale a Roma, tappa del percorso nato dalle manifestazioni di ottobre. Si rinnova un lungo calendario di mobilitazione, chiamata generale nella capitale per il 12 aprile, contro l'Europa della finanza, della precarietà, del liberismo.
Dopo la prossima settimana no-sfratti, assemblea nazionale il 9/2 a Roma, giornate di confronto il 15/2 a Bologna e il 21/2 a Milano, manifestazione NoTav a Roma il 15/3. Poi vertici europei su disoccupazione e migrazioni.
"Il fallimento palese di quasi 20 anni di politiche xenofobe ed escludenti richiede un ripensamento radicale e complessivo, le misure annunciate dal governo sono del tutto insufficienti".
Resoconto (parziale) di un anno di mobilitazioni a Bologna, attraverso le notizie, centinaia di scatti, i video di Zeroincondotta. Dalla rabbia di piazza Verdi alle nuove occupazioni, dallo sciopero selvaggio dei dipendenti Tper all'autoriduzione in mensa.
Un decreto del Ministero dell'Interno sancisce la definitiva chiusura del centro di identificazione ed espulsione della città emiliana, vuoto dallo scorso agosto.
Chiudere i centri, abolire Bossi-Fini senza tornare alla Turco-Napolitano: queste le parole d’ordine della protesta organizzata dai movimenti per il diritto all’abitare e dalle reti antirazziste.
