Sgb: prima dell’approvazione definitiva dell’operazione annunciata dal sindaco “pretendiamo che si svolga l’incontro con i firmatari del Protocollo, firmato nell’agosto 2020, su appalti, legalità, sviluppo e qualità del lavoro per discutere anche con i rappresentanti dei lavoratori in merito ai progetti di sviluppo e alle prospettive occupazionali”.
“L’annuncio del sindaco Lepore dell’aumento di capitale pubblico in BolognaFiere ci costringe a fare pubblicamente il punto sulla situazione delle lavoratrici e dei lavoratori interni al gruppo BolognaFiere”, scrive l’Sgb in un comunicato: “Come dichiara Calzolari sui giornali, l’aumento di capitale non serve per coprire i buchi della pandemia, cosa tra l’altro che non legale (per legge investimenti pubblici nelle partecipate non possono avvenire per coprire eventuali perdite), ma per rilanciarla in prospettiva. Nelle dichiarazioni del sindaco Lepore si parla di protagonismo di BolognaFiere nella trasformazione della città, una trasformazione che passerebbe attraverso la donazione di terreni e immobili ad oggi comunali per il valore di 60 milioni e sei milioni di liquidità. Ma le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici di quest’azienda partecipata quali sono? A che tipo di trasformazione si riferiscono Calzolari e Lepore? Serve fare un po’ di storia: all’indomani dell’insediamento del secondo mandato del sindaco Merola, si è cercato di licenziare i 123 lavoratori part time di BolognaFiere e di conseguenza la lista del personale a tempo determinato composta da 140 lavoratori e lavoratrici. Tentativo non riuscito per il clamore suscitato in città ma, di fatto, progetto non abbandonato. Infatti, dopo il fallimento del licenziamento collettivo, il progetto di BolognaFiere di liberarsi del personale di quartiere continua attraverso gli esodi tramite accordi individuali, isopensioni e contratti di espansione per concludersi con il trasferimento dei rimanenti (75) lavoratori in un’azienda del gruppo ‘Wydex’ e il ridimensionamento a 28 persone della lista dei precari ventennali, attualmente assunti come stagionali”.
Oggi, continua il sindacato, “dopo due anni di pandemia in cui i lavoratori e lavoratrici hanno percepito un salario ridotto a causa della chiusura, si ritorna finalmente a lavorare ma… con una grande carenza di organico, dove i lavoratori e le lavoratrici dirette si vedono ‘scippare’ quotidianamente mansioni e lavoro da personale indiretto meno costoso che l’azienda acquisisce tramite appalti. BolognaFiera quindi, come abbiamo sempre denunciato, non si sviluppa a favore di migliori condizioni di lavoro, ma a condizioni di maggior sfruttamento, dove chi è in appalto ha un contratto di portierato a quattro euro l’ora (purtroppo legale) e sostituisce gradualmente i lavoratori diretti che hanno da anni contratti di gran lunga migliorativi (quasi 12 euro ora)”. Il 3 maggio “si è aperto l’ennesimo tavolo con Bf per discutere del secondo contratto di espansione, che secondo Sgb, come già denunciato nel primo contratto di espansione, di cui non siamo firmatari, è solo un modo ‘alternativo’ per ridurre ulteriormente la forza lavoro diretta e quindi più garantita a favore di lavoro meno costoso”, è la prosecuzione del comunicato: “Il vero obiettivo di Bf è l’abbassamento del costo del lavoro e condizioni di lavoro peggiorative. Come Sgb pretendiamo che, prima dell’approvazione definitiva dell’aumento di capitale, si svolga l’incontro con i firmatari del Protocollo, firmato nell’agosto 2020, su appalti, legalità, sviluppo e qualità del lavoro per discutere anche con i rappresentanti dei lavoratori in merito ai progetti di sviluppo e alle prospettive occupazionali; una presentazione del piano industriale sul quale si basa l’approvazione dell’aumento di capitale che non è stato ancora neanche illustrata ai Sindacati, di cui solo ieri, sotto nostra richiesta, l’azienda si è data disponibile a predisporre un incontro (attendiamo la data). Inoltre, Sgb invierà le sue osservazioni nel merito al Comune di Bologna e alla Città Metropolitana tramite la Consultazione pubblica con oggetto ‘BolognaFiere spa: Aumento di Capitale sociale e acquisto di nuove azioni’. Sulla questione infine facciamo appello a coloro che un tempo erano all’opposizione e oggi sono al governo della città, in particolare Emily Clancy di Coalizione Civica e Massimo Bugani del Movimento 5S, di farsi carico, come in passato, delle condizioni di lavoro di oggi e di domani, all’interno della partecipata Bf, prima di affidare ulteriore denaro pubblico all’azienda BolognaFiere Spa”.