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Su Nautilus “stanchi di leggere e sentire falsità”

Il Cua replica alle nuove accuse mosse sulle serate organizzate nello spazio autogestito di via San Giacomo: “Ormai da anni ci impegniamo a farlo vivere nel rispetto di tutti e tutte coloro che abitano la zona universitaria”.

22 Marzo 2019 - 10:47

“Se qualcuno volesse realmente intraprendere un dialogo costruttivo con  noi sa dove trovarci.
Siamo però stanchi e stanche di dover leggere e ascoltare le falsità di chi ha intenzione di utilizzare per i propri beceri scopi il nostro tempo e la nostra passione”. Il Cua reagisce così alla riproposizione di accuse simili a quelle già piovute in passato sulle attività del Nautilus Autogestito di via San Giacomo, ovvero le “presunte serate fracassone” di cui si parla in un articolo pubblicato ieri su Il Resto del Carlino. “Falsità contro le quali procederemo per vie legali- annuncia il collettivo- presentando querele per calunnia e diffamazione a mezzo stampa”, nei confronti del giornale e del Comitato Piazza Verdi per quanto afferma nell’articolo. Sul quotidiano si parla di “musica a tutto volume” andata avanti “ben oltre le tre”, in riferimento alla serata di martedì, ma il Cua replica spiegando che in realtà “la musica è stata spenta a mezzanotte”. Dall’articolo, poi, emerge anche che il prorettore vicario dell’Università “è addirittura inserito all’interno delle chat di residenti in cui si architettano queste meravigliose inchieste giornalistiche”, scrive il Cua. “Pensavamo che le priorità di questo Ateneo fossero altre. Ad esempio- continua il collettivo- occuparsi dei bisogni di studenti e studentesse, ad esempio fare qualcosa di concreto contro il problema abitativo che continua ad impedire a centinaia e centinaia di proseguire con serenità il proprio percorso universitario, ma anche qui è più semplice e comodo continuare ad apparire sui giornali millantando ormai da anni l’arrivo di nuovi studentati solo per mettere a tacere chi questo disagio lo vive realmente sulla propria pelle”.

Scrive ancora il Cua: “Il nostro spazio è uno spazio aperto, libero e che vive grazie all’impegno di tanti e tante che si mettono in gioco per autogestirlo. Il dialogo con le varie componenti che abitano la zona universitaria, come già ripetuto più volte in passato, è per noi fondamentale, ma crediamo che si debba svolgere al di fuori di chat Whatsapp e falsità dichiarate al Resto del Carlino. Come già detto Nautilus è uno spazio aperto e ormai da anni ci impegniamo a farlo vivere nel rispetto di tutti e tutte coloro che abitano la zona universitaria. Le serate musicali a Nautilus non superano mai le tre al mese, nelle giornate infrasettimanali la musica viene spenta tassativamente entro mezzanotte, nel weekend si parla dell’una, orari che non riteniamo essere dannosi per il riposo di nessuno, ma che anzi abbiamo deciso di adottare proprio nel rispetto di tutti e tutte”.