Un quadro allarmante emerge dal bilancio di previsione 2025-2027 dell’Università: non c’è esonero dalla retta o borsa di studio che tenga, gli affitti e i prezzi in città sono talmente alti che i fuorisede non si iscrivono più.
Due stanze cinque letti cinque dialetti diversi chi russa chi torna di notte urlando nessuno che lava i piatti le birre le canne i film le feste il vicino che si incazza. Chi non ha mai vissuto l’appartamento condiviso caotico e matto dei primi anni di università a Bologna pensa magari sia uno stereotipo da romanzo o serie tv. Chi l’ha vissuto sa benissimo che è proprio così e può raccontare aneddoti per ore. Rischia però di rimanerne solo questo, un racconto al passato remoto. Quella Bologna può sparire, e pure in fretta. Le/i ventenni di oggi, quella libertà e quella follia il più delle volte non possono più permettersela.
Il bilancio di previsione 2025-2027 dell’Università, approvato poco prima delle feste, lascia poco spazio all’interpetazione. Aumentano gli studenti dall’Emilia-Romagna e quelli internazionali, calano le/gli studenti fuorisede, cioè da altre regioni. Crescono i proventi delle rette perché sono sempre meno gli esoneri per reddito familiare basso e sempre di più iscritte e iscritti nella fascia Isee più alta. Tradotto: i prezzi e soprattutto gli affitti sono talmente alti, trovare casa è così difficile, che riesce a venire a studiare chi ha già casa o può fare il pendolare, oppure chi può contare su una famiglia benestante. E basta. Non c’è esonero dalla retta o borsa di studio che tenga: studiare a Bologna è diventato un privilegio.