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StudAut, “in piazza durante la farsa elettorale”

Venerdì 15 febbraio’012 mobilitazione nazionale degli studenti medi, corteo h9 da Piazza XX Settembre: “Alle promesse dei politici contrapporremo la realtà: scuole che cadono a pezzi, servizi che non esistono più, reddito che svanisce”.

31 Gennaio 2013 - 17:00
Stamattina affissi fuori da alcuni istituti striscioni che promuovono il corteo. Nella foto, quello del Rosa Luxemburg

Gli studenti e le studentesse scesi/e in piazza contro l’austerità e le riforme scolastiche non si sono certo fermati con l’autunno. Dopo aver costruito insieme l’opposizione al governo Monti, alle politiche d’austerità e all’alta finanza europea, attraverso i cortei del 5 Ottobre, del 14 Novembre e del 6 Dicembre, torneremo nelle piazze il 15 Febbraio, per proseguire i percorsi aperti con questo autunno di lotta.

Attraverso l’assemblea nazionale di StudAut a Bologna, il 19 e il 20 Gennaio, i collettivi delle tante città partecipanti hanno potuto darsi un momento di connessione e organizzazione su scala nazionale, fondamentale per dare rilancio al movimento studentesco in questo 2013 appena iniziato.
Da un’analisi comune è emersa l’importanza di prendere nuovamente posizione attraverso una giornata di sciopero sociale, segnale che l’autunno è passato, ma che ancora è forte la voglia di rivalsa degli studenti contro le politiche dell’attuale governo e contro un intero modo di intendere la politica, la società e la scuola.

Abbiamo capito con maturità che da queste elezioni, come da tutte le altre, non dipenderà nessun “miglioramento” (per quanto qualche partito abbia la sfacciataggine di parlare di “rivoluzioni” o “movimenti” persino nei seggi elettorali). Siamo consci di come tutti gli schieramenti non rappresentino una reale alternativa. Tutti i partiti infatti hanno appoggiato il governo Monti e le sue politiche di austerità, hanno calato la scure dei tagli sulla scuola come su tutti gli altri servizi, hanno obbedito ciecamente ai dettami dei poteri finanziari, si sono arricchiti sulle spalle della popolazione.
Noi crediamo che un’alternativa all’austerità sia possibile ma che non si costruisca nel teatrino della politica, con le belle promesse da campagna elettorale, con la retorica dell’unità e della salvezza nazionale. Un reale cambiamento ( l’abbiamo dimostrato scendendo in piazza e occupando le nostre scuole durante l’autunno) non può che dipendere da noi, non può che nascere dalla partecipazione in prima persona, dalla volontà di ognuno di decidere direttamente del proprio futuro, di tessere relazioni ed unirsi a tutti quei soggetti sociali che subiscono il peso della crisi, dalla necessità di conquistare passo dopo passo ciò che ci viene negato.
La scelta di tornare in piazza durante la farsa elettorale non si inserisce quindi nell’ottica dell’astensionismo fine a se stesso. Al contrario, non votare (o semplicemente non riconoscere l’istituzione delle elezioni, dato che molti di noi non hanno ancora accesso al voto) è solo una piccola espressione di ciò che è un disegno molto più ampio e ricco. Più che l’astensione dal voto, ciò che davvero dobbiamo costruire per incidere sulla realtà, è un movimento che continui a far sentire la propria voce, che attraverso collettivi ed assemblee si organizzi nel tentativo di spazzare via una intera classe politica e finanziaria che prima ha creato questa crisi e poi, sulle nostra pelle, ha cercato di salvarsi imponendo duri sacrifici alle nostre famiglie.

Il significato del 15 Febbraio è proprio quello di dare continuità ad una lotta per il cambiamento, coscienti del fatto che nessun partito rappresenta le nostre istanze, che nessun partito si pone in discontinuità con la macelleria del governo tecnico, che nessun partito incarna interessi conciliabili con i nostri. Non ci aspettiamo, insomma, che a fare la differenza sia qualche nuovo ministro e qualche “nuovo” personaggio riciclato dalle solite gerarchie di partito. Da mesi gridiamo nelle piazze di tutta Italia che “non ci rappresenta nessuno”, il 15 febbraio sarà una nuova occasione per contrapporre alle belle promesse dei politici la realtà che viviamo tutti i giorni, quella delle scuole che cadono a pezzi e dei servizi che non esistono più, quella del reddito delle nostre famiglie che svanisce sotto i colpi della cassaintegrazione, dei licenziamenti e del carovita.

StudAut