“Continua censura”, scrive Noi Restiamo. Per la Lega, chi parla di amnistia “va sbattuto in galera con Battisti per poi buttare la chiave”. Nel mirino del Carroccio anche chi firmò un appello nel 2004.
“Battisti libero. Amnistia per tutti i compagni e le compagne”, recita uno striscione apparso in piazza Verdi dopo l’arresto e l’estradizione in Italia di Cesare Battisti. A firmare il messaggio è Noi Restiamo, così come per uno striscione analogo affisso già due sere fa a Roma, davanti al Colosseo. Iniziative che non piacciono a Facebook, segnala Noi Restiamo, visto che pià volte dalle pagine del social network sono spariti i post e le foto riguardanti gli striscioni in questione. Una “continua censura”, scrive Noi Restiamo. Già ieri, in merito allo striscione di Roma, la Lega nord si era fatta subito notare per diverse dichiarazioni, da Matteo Salvini in giù: ci ha pensato anche il sottosegretario bolognese Lucia Borgonzoni, affermando che chi scrive uno striscione del genere “va sbattuto con Battisti in galera e buttata via la chiave”. La risposta degli attivisti bolognesi di Noi Restiamo: “Borgonzoni non sembra aver gradito che in questo Paese, oltre alla ‘sinistra’ che tanto bene opera per il successo del suo partito, esiste chi pensa che l’accanimento su Cesare Battisti sia la scenografica vendetta contro una storia che parla di un tentativo di assalto al cielo per un altro mondo, in contrapposizione (non solo a parole) a quello che ancora oggi ci opprime e ci sfrutta”. Diffusasi la notizia dello striscione in piazza Verdi, oggi, altre condanne politiche sono piovute da più parti.
Sempre ieri, poi, la stessa Lega ha perfino tentato l’acrobazia di utilizzare il caso Battisti per tornare ad invocare nella sostanza lo sgombero dell’Xm24. Il motivo? Un appello firmato addirittura nel 2004 dal centro sociale, oltre che da altre centinaia di realtà sociali, intellettuali e via così. Tanto basta al Carroccio per presentare un ordine del giorno in Comune per chiedere alla Giunta di “interrompere eventuali relazioni istituzionali, patrocini e concessioni con tutti quei soggetti che, a diverso titolo, hanno minimizzato o giustificato le azioni o le responsabilità del terrorista. Uno su tutti: Xm24”.