Azione dimostrativa di Non Una di Meno, Extinction Rebellion e Bologna for Climate Justice per lanciare lo sciopero globale transfemminista e climatico del 3 e 8 marzo: “In piazza per la giustizia climatica, contro la violenza patriarcale e contro tutte le condizioni che alimentano guerre, disuguaglianze e devastazione ambientale”.
Blocco del traffico e striscioni contro la guerra questa mattina sul ponte Matteotti per rilanciare lo sciopero globale transfemminista climatico e sociale in vista degli appuntamenti del 3 e 8 marzo prossimi. L’azione, promossa da Non Una di Meno, Extinction Rebellion e Bologna for Climate Justice, si tiene “a un anno dall’invasione russa in Ucraina”, spiegano i collettivi, mentre “questa guerra non accenna a fermarsi. I suoi effetti sulle vite di milioni di persone in Ucraina, in Russia, in Europa e non solo si fanno sempre più intensi. Si sta affermando una vera e propria logica di guerra che stabilisce le priorità dei governi, che rafforza la violenza, le divisioni e le gerarchie su cui si regge la nostra società capitalista, patriarcale, razzista, ecocida. La guerra impone una cappa di silenzio sulle nostre lotte. Sembra che non esista una scelta che non sia arrendersi all’autoritarismo di Putin o sostenere le politiche militariste della Nato: noi rifiutiamo questa alternativa e vogliamo fare del nostro sciopero femminista ed ecologista uno strumento per scardinarla. Per questo, il 3 e l’8 marzo scioperiamo e scendiamo in piazza per la giustizia climatica, contro la violenza patriarcale e contro tutte le condizioni che alimentano guerre, disuguaglianze e devastazione ambientale, in connessione transnazionale con movimenti in tutto il mondo”.
Continua il comunicato: “Siamo le donne, le persone lgbtiaq+, migranti, precarie, lavoratrici che non vogliono morire né far morire di guerra; siamo con coloro che resistono come possono, che fuggono, che rifiutano la violenza maschile e omolesbobitransfobica, il razzismo, gli attacchi ai diritti sul lavoro e al welfare, la devastazione ambientale, in Ucraina, in Russia, in Polonia, in Italia, in Iran, in Turchia, in Kurdistan, in Palestina, ovunque. Lottare per la pace significa per noi lottare per cambiare il sistema economico, sociale e politico che prepara la guerra come arma per la sua riproduzione. Scioperiamo contro la violenza patriarcale che permea ogni ambito della società, dalle case, alle strade, alle scuole, ai posti di lavoro. Scioperiamo per la fine dell’uso dei combustibili fossili, usati come pretesto per le guerre che a loro volta, in un circolo vizioso, diventano la giustificazione per moltiplicare ancora gli investimenti sulle stesse fonti inquinanti. Scioperiamo contro l’economia di guerra che toglie risorse alle politiche sociali e dirotta fondi per le spese militari; contro la transizione ecologica capitalista che scambia la nostra pretesa di giustizia climatica con l’assicurazione dei profitti; contro scelte infrastrutturali locali che perpetuano un sistema che scarica i costi sociali e ambientali su tutte noi. Vogliamo una vita bella all’altezza dei nostri sogni e dei nostri bisogni, vogliamo affermare il diritto nostro e delle prossime generazioni a vivere un ambiente salubre, lottiamo per nuove forme di decisione collettiva, per rivendicare il potere di decidere sulle nostre vite. Siamo movimenti transfemministi ed ecologisti e il nostro sciopero vuole interrompere la normalità della guerra e del sistema che la genera. Il 3 e l’8 marzo scioperiamo e scendiamo in piazza! Fight for climate Justice, smash the patriarchy, strike the war!”.