In corteo lungo via Indipendenza nutriti spezzoni di realtà autorganizzate e sindacati di base, dopo il minuto di silenzio hanno lasciato la piazza mentre prendeva parola il sindaco.
Molto partecipato e sentito, come ogni anno, il corteo partito stamattina alle 9 da piazza del Nettuno, nell’anniversario dell’attentato fascista alla stazione che nel 1980 causò 85 vittime. Una strage per cui sono stati condannati in via definitiva come esecutori tre ex componenti dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar): Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini, mentre per un quarto, Gilberto Cavallini, è in corso il processo di primo grado. Ancora aperte, invece, le indagini della Procura per dare un nome ai mandanti.
Nutrito lo spezzone dell’autorganizzazione sociale, aperto dallo striscione “Str-agi/Naufr-agi di Stato” promosso da Nodo sociale antifascista e vari collettivi e spazi sociali cittadini. Molti portavano cartelli che ricordavano i diversi attentati della strategia della tensione, oltre a Bologna, Milano, Brescia… (“Mano fascista, strage di Stato”). dall’altra in parallelo i naufragi delle barche dei migranti nel Mediterraneo, anche questi indicati come stragi di Stato. Arrivati in piazza Medaglie d’Oro, hanno ascoltato le parole dal palco del presidente dell’associazione dei familiari Paolo Bolognesi, rispettato il minuto di silenzio e subito dopo se ne sono andati portando via striscioni e cartelli mentre iniziava il suo breve intervento il sindaco Viginio Merola. Analoga la scelta dei sindacalisti di Usb e Sgb e di molti altri cittadini, quando pochi minuti dopo il sindaco ha concluso il suo discorso la piazza era mezza vuota.
Sgb portava in piazza anche la denuncia del procedimento disciplinare a carico di Giusi e , in un comunicato diffuso nel pomeriggio, ha esortato il ministro della giustizia Bonafede, intervenuto di prima mattina alla commemorazione in Consiglio comunale così come la vicepresidente della Camera Maria Elena Spadoni, a chiedere scusa alla città per l’onta subita con il corteo di Forza Nuova del 20 maggio scorso. “Ieri come oggi, basta stragi e massacro sociale” è invece lo striscione dietro cui ha manifestato Usb.