Restano anche le condanne rispettivamente a sei e quattro anni, per reati minori, dell’ex capitano dei Carabinieri Piergiorgio Segatel e di Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini. I familari: “La chiave di lettura della strategia della tensione parte dalla P2, passa per i vertici dei Servizi e arriva ai terroristi fascisti”.
Dopo sei ore di camera di consiglio, intorno alle 19 di stasera la Corte d’Assise d’appello di Bologna ha confermato tutte le condanne in primo grado nel processo scaturito dall’inchiesta della Procura generale sui mandanti dell’attentato alla stazione che fece 85 morti e oltre 200 feriti il 2 agosto 1980. Ergastolo dunque per concorso in strage all’ex Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, sei anni per depistaggio all’ex capitano dei Carabinieri Piergiorgio Segatel e quattro anni per false informazioni al pubblico ministero a Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli a Roma.
Incastrato da una fotografia scattata sulla scena dell’esplosione nei minuti immediatamente successivi, Bellini, uomo che per decenni ha giocato su più tavoli tra eversione nera, pezzi di stato e mafie (il suo nome ricorre anche nelle inchieste sulle stragi di mafia del ‘92-’93), secondo la sentenza di primo grado è uno degli esecutori dell’attentato, insieme a un gruppo di militanti neofascisti dei Nuclei armati rivoluzionari. Sono Francesca Mambro, Giuseppe Valerio Fioravanti, Luigi Ciavardini, tutti e tre condannati con sentenze definitive, e Gilberto Cavallini, condannato all’ergastolo in primo e secondo grado. Non sono stati processati perché deceduti, invece, coloro che l’inchiesta della Procura generale ha identificato a vario titolo come mandanti, finanziatori e fiancheggiatori della strage: i capi della loggia P2 Licio Gelli e Umberto Ortolani, quello dell’Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato, il senatore del Msi Mario Tedeschi.
La sentenza è “un fatto estremamente positivo”, afferma il presidente dell’associazione dei familiari, Paolo Bolognesi, “per arrivare alla completa verità sulla strage del 2 agosto ma anche su altre stragi, perché la chiave di lettura della strategia della tensione parte dalla P2, passa per i vertici dei Servizi e arriva ai terroristi fascisti che hanno eseguito i vari attentati”. Per Andrea Speranzoni, capo del collegio di legali di parte civile, si “conferma la gravità di questa vicenda, pur a molti anni di distanza, non solo per quanti riguarda la posizione di Paolo Bellini, ma anche quelle relative a depistaggi e false informazioni al pubblico ministero”.