Acabnews Bologna

Strage 2 agosto, familiari vittime: “Inizio del percorso verso la verità”

L’Associazione dopo le condanne emesse a carico di Bellini, Segatel e Catracchia: “Mancano ancora tutte le responsabilità politiche”. Gli avvocati di parte civile: “Processo importante per il risultato e per quello che disvela”. A carico degli imputati anche il risarcimento dei danni. E ora tre tecnici della Polizia scientifica rischiano un’indagine per depistaggio.

07 Aprile 2022 - 11:50

La sentenza emessa ieri dalla Corte d’Assise di Bologna sulla strage alla stazione del 2 agosto 1980 è “un ottimo risultato. La mole di documenti uscita da questo processo potrà essere utile anche per altri processi sulle stragi e non solo. Dopo 40 anni questa è la verità? È l’inizio del percorso verso la verità, perché ci mancano ancora tutte le responsabilità politiche. Questi (i vari imputati, ndr) hanno potuto fare quello che hanno fatto perché ci sono stati dei responsabili politici che glielo hanno permesso. È un processo che non si doveva fare, ma alla fine si è fatto, speriamo che non venga intralciato nel prosieguo”. Così l’Associazione dei familiari delle vittime ha commentato il pronunciamento dei giudici che ieri hanno condannato Paolo Bellini (ergastolo), Piergiorgio Segatel (sei anni) e Domenico Catracchia (quattro anni): parole che non mancano di ricordare che la Procura ordinaria aveva deciso di chiedere l’archiviazione dell’inchiesta sui mandanti, che è andata avanti e ha portato al processo chiuso ieri in primo grado solo perchè la Procura generale nell’autunno del 2017 ha deciso di avocare l’indagine.

Quello di ieri è stato “un giorno importante, lo dedichiamo ai familiari delle vittime e a chi ha perso la vita quel giorno in stazione, e a chi l’ha avuta rovinata. Siamo in quest’aula. Un secondo pensiero va a tutta la cittadinanza, che non si è mai arresa”, ha dichiarato Andrea Speranzoni, avvocato dell’Associazione dei parenti delle vittime e capo del Collegio di parte civile: “Questo è un processo importante per il risultato, ma importante anche quello che disvela e per quello che inaspettatamente è emerso durante l’istruttoria. Siamo pienamente soddisfatti, è un giorno di giustizia per la città di Bologna e per tutta la Repubblica”.

Nel frattempo, nei confronti di sei persone che sono state sentite nel processo potrebbe essere aperta un’indagine per falsa testimonianza o per frode in processo penale e depistaggio. La Corte d’Assise ha infatti disposto di inviare i verbali dei sei ai pm per valutare eventuali ipotesi di reato a loro carico: tre potrebbero ritrovarsi indagati per falsa testimonianza, altrettanti per depistaggio. Quest’ultima ipotesi riguarda tre tecnici della Polizia scientifica, chiamati dalla Procura generale per ‘ripulire’ l’intercettazione ambientale del leader veneto di Ordine nuovo, Carlo Maria Maggi, in cui secondo l’accusa si faceva riferimento ad un aviere che avrebbe portato la bomba in stazione. Nella loro relazione, i tecnici hanno affermato che la parola in questione potrebbe essere “corriere”, invece di “aviere”, ma per la Procura questa interpretazione è influenzata dalle ipotesi poi archiviate sulla pista palestinese, soprattutto quando questa fa riferimento ad uno scoppio per errore della bomba in stazione, che sarebbe stata trasportata da un corriere, visto che i tecnici hanno ammesso di aver
consultato anche fonti aperte, come articoli di giornale che parlavano del processo.

Per finire, tutti e tre gli imputati (Bellini, Segatel e Catracchia) sono stati condannati anche a pagare i danni alle parti civili, “da liquidare in separato giudizio”, ma nel caso di Bellini sono state fissate delle provvisionali esecutive. La Corte ha stabilito che l’ex esponente di Avanguardia nazionale dovrà risarcire “100.000 euro alle parti civili che hanno perso un parente di primo grado o un coniuge, 50.000 a quelle che hanno perso un parente di secondo grado o un affine di primo o secondo grado, 30.000 a quelle che hanno perso un parente o affine di grado ulteriore, 15.000 a ogni parte civile che ha riportato lesioni e 10.000 a ogni parte civile che abbia un parente che ha riportato lesioni”. Poi ci sono le spese processuali: i tre imputati dovranno pagare 75.605,53 euro per le spese sostenute dalle parti civili che non hanno beneficiato del patrocinio a spese dello Stato (Bellini nella misura del 90%, Segatele Catracchia per un 5% a testa) mentre il solo Bellini è dovrà rifondere 182.611,25 euro allo Stato per le spese di giudizio delle parti civili beneficiarie del patrocinio. Sempre a favore di queste ultime, Segatel e Catracchia dovranno pagare 7.581, 60 euro (nello specifico 3.790,80 a testa) ad ognuno dei nove avvocati che le hanno rappresentate nel processo.

“Non ci aspettavamo questo risultato. Eravamo molto fiduciosi sull’esito del processo, perché avevamo speso argomenti non banali. Vedremo la sentenza e faremo appello, ovviamente: mica gli potremo lasciare l’ergastolo”, ha dichiarato uno degli avvocati di Bellini, Antonio Capitella, appena
terminata l’udienza.