Sbloccati intanto fondi per le borse di studio ai 3000 idonei non assegnatari, Cua: “Vittoriose nostre mobilitazioni”. Scuola, è il giorno della visita della Fedeli: a contestare ci saranno Precari scuola, Usb e Noi Restiamo.
Smascherata la vergogna del lavoro gratuito, sono bastati pochi giorni per far tornare l’Alma Mater sui suoi passi. Scrive il Cua: “Nelle scorse settimane abbiamo assistito e contestato la scandalosa pubblicazione – da parte dell’Università – di un bando presso il DiSCi (Dipartimento di Storia Culture Civiltà): si richiedevano studenti volontari che affiancassero (gratuitamente), all’interno delle biblioteche del dipartimento, il personale stipendiato. Di fatto un bando per lavorare non retribuiti. Nel tempo della precarietà, dell’alternanza scuola-lavoro, ci siamo trovati di fronte ad un’ulteriore richiesta di lavoro senza retribuzione, mascherata e spacciata come ‘un qualcosa di buono da aggiungere nel curriculum’. Per l’ennesima volta, gli studenti e il loro studio/lavoro sarebbero stati sminuiti e svalutati, ritenuti e utilizzati come pura forza degna al più di una beffarda promessa”.
“Crediamo – prosegue il comunicato – che gli studenti e le studentesse contribuiscano fin troppo a riempire le casse del’Alma Mater, così come – attraverso le 150 ore – all’erogazione sotto-pagata dei suoi servizi. E crediamo che richiedere prestazioni gratuite rappresenti la considerazione che l’Università ha al contempo dei suoi studenti e del lavoro del bibliotecario: cose di poco conto, senza dignità e affatto meritevoli di rispetto. Non ci siamo stati, e non ci staremo mai!. E’ notizia di ieri (mercoledì, ndr) che, nell’ostilità e nel disgusto generale che questo bando ha provocato, l’Università di Bologna ha fatto marcia indietro ritirando e annullando il bando. Il lavoro gratuito è una delle più grandi sciagure che la nostra generazione è costretta a subire. Finché avremo fiato, energie e forze per contestarlo saremo sempre presenti in prima fila, dalle biblioteche alle strade”.
Altre novità riguardano i 3000 studenti idonei esclusi dall’erogazione delle borse di studio: l’ateneo ha sbloccato dei fondi per coprirle tutte.
Il Cua, che a dicembre aveva occupato la sede della Regione e incontrato funzionari dell’assessorato alla scuola e dell’ateneo, è intervenuto ieri con una nota: “Riteniamo vittoriose le nostre mobilitazioni precedenti che hanno permesso, in parte, lo sblocco di questi fondi. Va anche considerato che, dopo l’emergenza abitativa che ha colpito migliaia di studenti, le varie amministrazioni non avrebbero retto un altro ‘peso sulla coscienza’ come quello di negare il diritto alla borsa di studio di altrettanti studenti. Non sarà stato quindi così difficile come dicevano, ‘recuperare’ quei soldi che per noi sono cifre esorbitanti ma, come ben sappiamo ormai da tempo, per loro non sono altro che spiccioli”.
Tuttavia, chiosa poi il collettivo, “non è poi tutto oro quello che luccica! Ad oggi, infatti, ancora non si capisce quanto (e se), effettivamente, ogni studente assegnatario di borsa riceverà in denaro (una cosa è certa: 135€ sono stati detratti); si parla di un accordo in cui ‘Er.Go metta a disposizione servizi gratuiti e che gli Atenei contribuiscano con risorse proprie al finanziamento delle borse’ ma, come è loro solito fare, rimanendo in totale vaghezza sui tempi e sulle modalità di ciò”.
Dunque, “in attesa e per pretendere maggiori informazioni, invitiamo tutti e tutte gli/le interessati/e a partecipare all’assemblea che si terrà il giorno 24 gennaio in Via Zamboni 38 alle ore 19 per discutere più approfonditamente della questione, dei tempi e delle modalità con cui verranno distribuite queste borse/agevolazioni affinché tutti e tutte usufruiscano di questo diritto”.
Dall’università alla scuola: ieri Usb ha manifestato davanti alla Prefettura, rilanciando verso l’annunciata mobilitazione contro la ministra Fedeli di oggi: “Un presidio molto partecipato ha portato in piazza le rivendicazioni dei Diplomati magistrali (DM), dei docenti in lotta contro il FIT, del personale ATA e di tutto il mondo della scuola”, scrive il sindacato, “per rivendicare con forza e lungimiranza politica la necessità di un piano di investimento che passi dalla stabilizzazione di migliaia di lavoratori che già lavorano per la scuola italiana, ai quali va garantita continuità di servizio e di reddito, e dignità lavorativa. È stato questo il contenuto delle rivendicazioni che una combattiva delegazione ha portato in Prefettura, chiedendo che esse venissero rappresentate a livello generale, in una battaglia politica e sindacale il cui significato è ormai sotto gli occhi dell’opinione pubblica”.
Si legge poi : “Il pomeriggio di mobilitazione non è terminato qui, perchè una delegazione di USB Bologna è stata ricevuta in Questura, dove si è ottenuto il diritto di una piazza visibile e rappresentativa per contestare democraticamente la kermesse sulla scuola digitale che domani (oggi, ndr) pomeriggio, in città, ospiterà il ministro dell’Istruzione Fedeli. Crediamo che non sia più tollerabile la retorica europeista della modernizzazione tecnologica come toccasana per risolvere i problemi della scuola del nostro paese, che passano dalla qualità e dalle condizioni di un comparto fatto da circa un milione di lavoratori su cui calerà presto un contratto di lavoro peggiorativo e inaccettabile dal punto di vista del modello di relazioni lavorative che rappresenta. Il mondo del lavoro dipendente, quello della precarietà diffusa e dello sfruttamento sociale generalizzato, il mondo studentesco sottoposto ad un lavaggio del cervello costante e ingannato dal presunto valore formativo dell’alternanza scuola lavoro: questi i soggetti che crediamo debbano unirsi oggi e che cercheremo di portare in una piazza che pone con maturità e fermezza risposte politiche alla devastante crisi della scuola e della società italiana”.
C’era anche Noi Restiamo: “Oggi (ieri, ndr) pomeriggio abbiamo visto tanta grinta – scrive il collettivo – al presidio in difesa dei lavoratori precari della scuola, docenti di ogni ordine e grado e personale ATA, che rivendicano un lavoro stabile dopo anni di precariato. Con i docenti della scuola primaria a cui vogliono negare l’immissione in ruolo dopo una sentenza del consiglio di stato, con i docenti di scuola secondaria che pretendono un percorso di formazione senza discriminazioni salariali e senza la ricattabilità a cui sono sottoposti con il Fit. Ci si vede domani (oggi, ndr) alle 16.30 in piazza Re Enzo, assieme a tutti coloro che hanno a cuore il futuro di scuola e università, per salutare a modo nostro la ministra Fedeli”.
Così infine il Coordinamento precari/e della scuola: “Come si immagina la ‘futura’ il Miur di Valeria Fedeli? Docenti in formazione sottopagate/i a 400 euro al mese durante il percorso Fit, ricattabili dai dirigenti, precarie e precari senza diritti fuori dalle graduatorie con le tasche sempre più vuote e le casse degli Atenei un po’ più piene a suon di 24 cfu (mica a suon di finanziamenti statali!). Aderiamo e invitiamo caldamente a partecipare al presidio di domani (oggi, ndr) 19/01 alle 16.30 davanti a Palazzo Re Enzo. La retorica della necessità dell’innovazione tecnologica, panacea di tutti i mali della scuola pubblica, svilisce e chiude il dibattito sulla scuola!”.