La piazza annunciata da Ape, secondo Noi Restiamo e Asia-Usb, “è una carnevalata di chi ancora vuole fare soldi sulla nostra pelle. Il diritto alla casa non è equiparabile alla libertà di speculare”.
“Siamo andati sotto la sede dell’Associazione Proprietà Edilizia perché questi paladini della proprietà privata dei ‘poveri’ speculatori domenica hanno organizzato una manifestazione per difendere il loro diritto naturale alla proprietà minacciato dal blocco degli sfratti”. Ne danno notizia Noi Restiamo e Asia-Usb, diffondendo la foto dei cartelli lasciati all’ingresso della sede stessa.
“Questo evento è una carnevalata di chi ancora vuole fare soldi sulla nostra pelle – scrivono il collettivo e il sindacato – Nemmeno una pandemia globale apre gli occhi a chi sa guardare solo al proprio profitto, non importa se si tratta di lasciare senza un tetto sulla testa migliaia di famiglie e lavoratori in difficoltà economica, anche in questo momento di crisi sanitaria e sociale. Tutto questo, però, non interessa ai nostri cari affittuari: per Ape e Confedilizia il loro diritto alla speculazione è da preservare sempre, anche contro i nostri bisogni, sopra ogni diritto a una vita dignitosa; il diritto alla casa non è minimamente equiparabile alla loro libertà (che è libertà di poter speculare), minata dal populismo del blocco degli sfratti. Vogliamo ringraziare questi vergognosi manifestanti per averci fatto ben capire quali sono i loro interessi, contrari e opposti ai nostri: ora sappiamo bene chi sono i nostri nemici e come questi non faranno mai un passo in avanti verso le persone, verso tutte quei giovani, studenti o lavoratori precari, che ogni giorno lottano per arrivare a fine mese. Abbiamo chiare le vostre intenzioni e vogliamo che voi abbiate chiare le nostre: siamo qui per calpestare e sbeffeggiare la vostra libertà, per annientarla e mostrare qual è il bene della collettività”.
Si legge in conclusione: “La libertà che noi conosciamo è la libertà di avere una casa, di poter accedere ad uno studentato, di poter accedere all’università, senza passare da un lavoretto ad un altro, senza precarietà e mancanza di futuro. Siamo qui oggi, per dire che Bologna Siamo Noi, che Noi siamo coloro che mandano avanti questa città e di cui queste persone si servono per fare sempre più profitti, per allargare le loro tasche. Siamo una generazione che è stata tradita da tutti, dalle istituzioni che hanno scelto di avvantaggiare palazzinari e studentati di lusso, dalle università che rispondono alle aziende private e non agli studenti, dalle istituzioni e dal governo, che preferiscono tutelare il profitto piuttosto di chi crea la ricchezza. Siamo una generazione tradita, e vogliamo riprenderci tutto”.