Per gli addetti del food delivery di Pam e Carrefour, dopo settimane di agitazione, firmato un accordo che prevede contratti a tempo indeterminato e altre condizioni migliorative. Adl Cobas: “Un piccolo ma importante passo”.
Alcuni giorni fa “i fattorini che a Bologna consegnano la spesa per Pam e Carrefour hanno finalmente ottenuto un ottimo risultato: firmato l’accordo che porta regolarità contrattuale e rispetto dei diritti!”. Lo annuncia l’Adl Cobas. “Nel corso del 2016, a Bologna, il settero del delivery legato alla Grande distribuzione organizzata si è infatti sviluppato velocemente: al servizio di trasporto da 23 tra punti vendita medio-grandi e ipermercati delle due catene commerciali, s’è aggiunto quello di ordinazione online. Il tutto affidato, fino ad ottobre, a soli quattro operatori, costretti a lavorare con carichi di lavoro insostenibili, sia per numero e volumi di spesa sia per l’allungamento smisurato delle giornate lavorative, fino a 10-12 ore al giorno. Il 21 ottobre scorso, quindi, i fattorini organizzati nell’ Adl Cobas Emilia-Romagna avevano indetto la prima protesta davanti al centrale punto vendita Pam di via Marconi, ottenendo subito il supporto di due nuovi addetti, e proseguendo nelle settimane successive con il blocco degli straordinari per rivendicare la regolarità della prestazione lavorativa all’interno delle disposizioni contrattuali, aprendo al contempo un canale di confronto con le aziende appaltatrici. Fino a venerdì scorso, quando finalmente si è firmato un’accordo migliorativo delle condizioni di lavoro e contrattuali, che prevede: adeguamento del part-time a 25 ore (corrispondenti alle ore ordinarie assegnate nei turni) e passaggio di tutti i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato; nuovo assetto orario e inserimento di tre nuovi operatori; riconoscimento della mansione e corrispettivo livello superiore del Ccnl di riferimento (Multiservizi); indennità economica per la prestazione festiva”.
Per il sindacato si tratta di “un piccolo ma importante passo che va a incidere su un nodo – quello della logistica urbana, del food delivery, dell’economia on demand – al centro delle nuove importanti forme di valorizzazione metropolitana: spazi di sfruttamento intensivo che rappresentano però anche campi di possibilità per praticare dinamiche di (auto)organizzazione, rivendicazione e conflitto”.