Acabnews Bologna

Speciale / Biffi, ritratto di un fondamentalista

Arcivescovo di Bologna dal 1984 al 2003, il cardinale Giacomo Biffi è scomparso nella notte di venerdì. Un instancabile fustigatore dei costumi moderni, come dimostrano i materiali d’archivio che riproponiamo.

14 Luglio 2015 - 15:19

Ritratto di un fondamentalista: il cardinal Giacomo Biffi, instancabiIe fustigatore dei costumi moderni

Nella notte tra venerdì e sabato è scomparso all’età di 87 anni il cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna dal 1984 al 2003. Noto ai più per la definizione di Bologna “sazia e disperata” e poi per gli strali contro i migranti musulmani, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, già nel decennio precedente si mostrava instancabile fustigatore dei costumi moderni, come dimostrano i materiali pubblicati (negli anni ’90) su Mongolfiera e sull’edizione cartacea di Zeroincondotta che oggi riproponiamo.

* * *

– Il parroco di Bologna

Giacomo BiffiPer un visitatore che venisse da lontano, Bologna potrebbe essere scambiata per un paesone d’altri tempi: qui infatti scoprirebbe che ancora comanda il Parroco (Biffi).

Il Parroco è un po’ come quelle vecchie zie che c’erano una volta nelle nostre case, che brontolavano su tutto e facevano la morale alla condotta delle nipoti, ma non si riusciva mai a mandarle a ricovero perchè tenevano ben saldi i cordoni della borsa e rimandavano il tutto all’eredità.

Biffi è il miglior politico della città (e non importa precisare che non è il suo compito), è il migliore, tratta su tutto, ottiene quasi tutto, ma non cede mai sui principi, il Sindaco Vitali cede sui principi e spesso… anche sul resto.

Chi comanda veramente a Bologna? Dall’odore di sacrestia che si avverte a Palazzo d’Accursio parrebbe essere proprio lui, il mitico cardinale. E pensare che Lui a Bologna non ci voleva proprio venire: non era uomo per tutte le stagioni e in un primo tempo rispose no all’incarico di Woitila. Oggi, dopo qualche anno, assistiamo all’eterna stagione di quest’uomo tra le nostre case e c’è già chi lo vede (e non sono in pochi) con la tiara pontificia. Anche noi non abbiamo dubbi in proposito, quest’uomo è come il prezzemolo contamina tutti i piatti arrivando persino a coprirli, si tratta di certo dello stesso prezzemolo a cui vorrebbe condannare tutte le donne.

Se ne andrà? Verrà quel giorno? Qualche dubbio sarebbe prudente nutrirlo, in questa città sono ancora molti i capponi per il Cardinale.

* * *

– Biffi: il fondamentalismo in salsa nostrana

Per molti anni, quando si pensava al fondamentalismo veniva automatico riferirsi all’Iran di Khomeiny, alle donne velate e separate socialmente, all’enfatizzazione del martirio per la fede, alla demonizzazione del nemico infedele. Certo in quella realtà c’era un bel campionario di simboli e principi integralisti. Ma il fondamentalismo non è apparso solo nell’Islam, anche se qui per ragioni e condizioni particolari e per la capacità di questa religione di resistere alla modernità, ha trovato e trova legami e coinvolgimenti sociali assai diffusi.

I temi del fondamentalismo sono comuni e attraversano tutte le religioni monoteistiche e non: la legge divina è esatta, la Chiesa è la fortezza e i fedeli i suoi militanti (o martiri), gli altri sono il demonio e le loro libertà sono il peccato: in primis l’aborto, le libertà sessuali, l’omosessualità, l’adulterio; la famiglia e la fede sono i luoghi della salvezza. Il tutto con un atteggiamento rivendicativo e ostile nei confronti degli stati laici e dei governi colpevoli di aver vezzeggiato il male, derivato del secolarismo e del permissivismo, e di aver limitato la presenza di religiosi nelle scuole, nella cultura e nel tessuto sociale.

Ci sono comunque aspetti assai preoccupanti dell’attivismo integralista, in qualsiasi campo si esprima.

Partendo dalla premessa, che consiste nel rifiutare ogni ragionamento sulla complessità, c’è un tema che ricorre in modo fastidioso. È il bisogno, la volontà di gerarchizzare la società: il maschile sopra, il femminile sotto. Il puro e l’impuro. Una vecchia storia riveduta e corretta.

In particolare è onnipresente l’attacco alle faticose e fragili conquiste femminili in tema di parità e di libertà nei costumi e di libera scelta. Se la famiglia è il luogo della morale privata, la donna ne è il baule: essa è tentatrice e peccaminosa e va ricondotta alla subalternità muta, la sua sessualità va repressa e ricondotta alla procreazione.

Ma non è questo il solo contributo all’ordine gerarchico nella società. È diffusa anche la considerazione che la ricchezza è un premio divino, da usare se mai in modo più cristiano, e c’è la proclamata necessità della sofferenza altrui come testimonianza della colpa e come possibilità di pratiche salvifiche per i credenti attraverso la pietà elevata a sentimento assoluto, forma sublime dell’amore. Dunque l’accettazione sostanziale e strutturale dello stato di cose presenti nonostante i guasti che gli si riconoscono. (Che i dannati si arrangino o si confortino nella fede).

Ed è qui che il fondamentalismo perde colpi e si contraddice. Attacca la modernità ma ne usa i mezzi e altri ne invoca, si autoassolve sempre in merito alla caduta dei valori di un sistema con cui ha condiviso spesso politica, cultura e finanza. Esibisce infine nei confronti degli avversari un bel campionario dei vizi capitali da cui chiama gli altri a mondarsi (soprattutto l’accidia, la superbia, l’ira).

Ora si fa seguito con un campionario di posizioni espresse dal cardinale Giacomo Biffi, instancabile bacchettatore dei costumi moderni. Le sue argomentazioni si avvicinano molto ai toni crudi dell’integralismo. Vediamole.

* * *

– Il Biffi pensiero

Dal grande pulpito della Domus Mariae di Roma l’Arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi lanciò, una vera e propria “sfida al mondo contemporaneo” andando alla riscoperta della verginità.

“Voglio ricordare l’origine rivoluzionaria del concetto di astinenza come dedizione alla chiesa, che sconvolse e mise in crisi la cultura ebraica del tempo, offrendo alle donne la stupefacente prospettiva di un’esistenza verginalmente consacrata al signore Gesù”.

“La verginità è una sfida alla cultura contemporanea. Riconoscere il valore della verginità è un segno di intelligenza educativa che molti rischiano di smarrire”.

“Compito del cristiano è ergersi come baluardo contro la cultura dominante che ritiene l’attivita’ sessuale un assoluto che non sopporta leggi e finalità, che non ha ragion d’essere oltre il suo stesso esercizio. E’ una cultura schiava della menzogna e condannata alla maledizione dell’insignificanza. La provocazione della verginità totale e definitiva può salvarla con la luce della verità che è la prima misericordia” .

“La verginità fisica della donna non e’ un disonore dal quale le fanciulle devono cercare di liberarsi il piu’ presto possibile, ma lo stato predisposto dalla natura, per preservare le donne e conservarle integre alla totalità della relazione sponsale”.

“Quando Cristo disse ‘Eunuchi per il Regno dei Cieli’ non parlava certo di un impegno a scadenza”.

* * *

– Biffi: le omelie

1 febbraio 1992
Omelia per la Giornata della Vita

“La fede in Cristo ci salva dalla necessità di essere ipocriti come avviene quando si parla di tutela della maternità proprio nel momento in cui si autorizza l’uccisione; o come avviene quando si accusa di “linciaggio” e di “terrorismo” non coloro che uccidono o spingono a uccidere ma coloro che protestano contro i delitti; o come avviene quando si immagina che la legislazione abortista abbia fatto diminuire gli aborti clandestini … L’Italia è il paese del mondo dove ci sono meno nascite … e il primato è tenuto da Bologna…”

20 febbraio 1992
Discorso inaugurazione del Tribunale Flaminio per le cause matrimoniali

“La legge è frutto della cultura ma anche del costume di un popolo; e viceversa un costume trasgressivo è indotto e incoraggiato dal permissivismo che alcune leggi promuovono o quanto meno implicitamente accolgono senza riserve… Proprio in relazione a quello che è competenza specifica di questo Tribunale (Tribunale Flaminio per le cause matrimoniali, n.d.r.) – cioè il matrimonio e perciò la famiglia – si deve purtroppo rilevare che la nostra regione guida a livello nazionale, e fors’anche mondiale, una linea mirante non solo alla disgregazione della famiglia, ma addirittura alla vanificazione della sua identità. Già nel marzo 1984 è stata, ad esempio, approvata una legge regionale che dispone: “possono essere considerati componenti del nucleo famigliare anche persone non legate da vincoli di parentela o di affinità, qualora la convivenza istituita abbia carattere di stabilità e sia finalizzata alla reciproca assistenza morale e materiale”… Su questa strada si può arrivare a chiamare “famiglia” qualunque occasionale e provvisorio patto di coesistenza, e persino qualunque convivenza di due individui, fossero pure dello stesso sesso”.

1 maggio 1992
Omelia per la festa di San Giuseppe

“Oggi che il comunismo ha rivelato al mondo il suo orribile volto e non fa più paura, viene alla ribalta la questione vera, la questione prima e riassuntiva di ogni problema, la questione prima e riassuntiva di ogni problema, la questione circa il significato e il destino dell’uomo, nonché circa il modello di vita cui lo si vorrebbe socialmente conformare … Nella sostanza si vanno profilando due antropologie antitetiche e contrastanti: quella secolarista e quella cristiana … Se l’uomo dimentica di avere in Cristo l’unico signore, allora non c’è più sufficiente tutela contro le strumentalizzazioni e le manipolazioni. Che sia lo Stato a compiere queste prevaricazioni (come avviene soprattutto nei regimi totalitari); che siano determinati centri di potere palesi o occulti sulla finanza e sull’informazione; che siano gruppi scientifici o tecnocratici insofferenti di ogni limite nei loro interventi e nelle loro sperimentazioni, il risultato è sempre una guerra, aperta e subdola contro l’uomo e la sua dignità. Come si vede, gli approdi di una cultura della trascendenza non sono meno disumani – anche se di una disumanità più dissimulata e più sottile – degli approdi tragici del socialismo reale”.

9 maggio 1992
Omelia nella messa per gli esercizi spirituali di Comunione e Liberazione

“… Appunto in virtù della sua intrinseca natura cristocentrica, ecclesiale e compiutamente umana la Fraternità di Comunione e Liberazione può corrispondere alle attese e ai desideri manifestatile dalla Sede Apostolica: che vi domanda di essere una presenza responsabile nella società, di collaborare all’incidenza del fatto cristiano in virtù della vostra tipica dinamica comunitaria, di mettere a disposizione dei vescovi le vostre energie per il servizio di animazione pastorale, di costruire nel mondo una vivace presenza missionaria…”

7 giugno 1992
Omelia di Pentecoste

“… Così la Chiesa … appare come la sposa dagli occhi puri e penetranti, capace di accogliere e contemplare la verità che davvero contano per la salvezza dell’uomo; come il “campo di quei che sperano”, nel deserto dello scetticismo raffinato e arido delle culture profane che non offre nessuna valida ragione al nostro vivere; come la “immagine della città suprema”, contrapposta allo squallore di una terra che da sola non sa più difendersi né dall’insignificanza né dal disfacimento morale … Non si spiega diversamente il suo permanere sempre la stessa nei secoli, mentre tutto è cambiato. Non c’è potenza da quei giorni, che non sia declinata; non c’è concezione della realtà che non si sia rivelata effimera o addirittura illusoria … Non si spiega diversamente il suo resistere alle sempre rinascenti persecuzioni, che dall’esterno tentano di annientarla, e alle aberrazioni teologiche, culturali, pastorali, che nel suo interno rischiano molte volte di stemperare il suo messaggio, mondanizzandolo, e di inquinare la sua genuinità…”

Settembre 1992
Riflessioni e proposte per una nuova evangelizzazione

“Dopo oltre due secoli di predominio della cultura illuminista, il mondo occidentale ha quasi consumato il patrimonio residuo delle convinzioni cristiane che fino a pochi anni fa apparteneva ancora alla coscienza comune (per esempio: la saldezza della famiglia, l’intangibilità della vita umana innocente, l’educazione al senso del dovere, ecc.): anche se venivano violate, le norme cristiane dell’esistenza erano riconosciute praticamente da tutti. Ora non è più così: la società è profondamente mutata soprattutto perché sembra non aver più le stesse regole del gioco sociale.

In particolare dal 1974 – l’anno infausto del più clamoroso sbandamento ecclesiale – la cristianità italiana è esposta senza tregua ad attacchi contro la concezione cattolica, che si fanno sempre più accaniti in tutti i campi della vita personale e della vita associata … Non si può sottovalutare l’aspetto negativo della lunga prevalenza del comunismo … tanto meno sono da trascurare i guasti prodotti da un periodo di benessere, in sé molto apprezzabile, che però ha comportato i malanni dell’edonismo, del consumismo esasperato, dell’ottundimento del senso del dovere. Sotto un certo profilo la nostra regione è stata quasi una cerniera tra l’Est collettivistico e l’Occidente capitalistico, sicché da noi sono spesso sommati i mali spirituali dell’una e dell’altra parte del mondo.

La nuova evangelizzazione a Bologna ha bisogno dei malati e dei sofferenti, per annunciare e testimoniare a tutti – e specialmente ai giovani, facile preda dell’edonismo e della corruzione – che cosa è l’amore, quali sono i veri valori dell’esistenza …

… Tutta la famiglia umana … sta pagando a caro prezzo in tutti i campi il diffondersi e l’affermarsi di un’ideologia femminista senza attenzione alla realtà delle cose e senza saggezza. Il modello culturale di donna che viene ossessivamente imposto (e che non di rado è oggettivamente al servizio dell’egoismo maschile) è senza verità, senza razionalità, senza bellezza, ed è per molti aspetti in contrasto con l’annuncio evangelico. Ed è deplorevole che la comunità cristiana non trovi la forza di reagirvi apertamente…

Non possiamo accettare l’idea illiberale del monopolio statale della scuola … pare opportuno che gli alunni cattolici possano ricevere fuori dall’ambiente scolastico un insegnamento integrativo che completi ed eventualmente rettifichi quanto si è appreso nelle aule pubbliche … Anche il mondo dell’informazione attende l’annuncio cristiano, tanto più che sta trasformando il mondo in un ‘villaggio globale’ e va assumendo la funzione di principale strumento informativo, di guida per comportamenti individuali, familiari e sociali … Sono importanti le emittenti radiofoniche cattoliche che possono dare un notevole contributo alla nuova evangelizzazione…”.

17 gennaio 1993
Articolo sull’Avvenire (a firma Ernani)

“… Quanto agli handicappati messi in rotta da Sassi, benedetti figlioli, non hanno capito niente. Se invece di presentarsi come ciechi o paraplegici si fossero presentati come pervertiti sessuali, la sede era garantita: i gay ce l’hanno, i transessuali l’anno appena ottenuta…”.

6 febbraio 1993
Omelia per la Giornata della Vita

“… Compiacersi che l’aborto legalizzato abbia ridotto la pratica dell’aborto clandestino, oltre che supposizione certamente infondata e probabilmente bugiarda, è atteggiamento assolutamente irrazionale; che bel vantaggio per le vittime il venire uccise con tutti i crismi della legalità e tutte le raffinatezze delle strutture sanitarie…”.

22 marzo 1993
Articolo del cardinale Biffi sull’Avvenire

“… I marxisti soprattutto in Italia si erano impadroniti di quasi tutte le centrali di diffusione ideologica, mentre i non marxisti miravano piuttosto alla presidenza delle banche e alla direzione delle aziende di Stato … nonostante tutto non molto è cambiato … sono sempre le persone a dominare l’opinione pubblica anche se hanno ovviamente scolorito le loro bandiere e mutate le loro svalutate etichette … si va da uno scientismo un po’ anacronistico nella sua ispirazione ottocentesca a un economicismo esaltato come assoluto e incondizionabile; da un moralismo sorretto da alcuna prospettiva trascendente a un edonismo che si ribella a ogni limite e valutazione; da un culto ateo della natura, e un po’ disumano, a un consumismo imprevedibile e non arginabile…”.

31 maggio 1993
Omelia della Pentecoste

“… Il demonio è menzognero e padre della menzogna … c’è un incredibile alluvione di falsità che attraverso i mezzi di comunicazione, le centrali di elaborazione culturale, l’insegnamento fazioso, ogni giorno sommerge i figli dell’uomo … Il demonio è omicida, uccide con la droga, ma soprattutto ricorre al supremo abominio di legittimare ufficialmente la soppressione della vita nel grembo materno … Il demonio è sobillatore di disgregazione, spinge i cattolici a vanificarsi nelle diverse aggregazioni di cui non è la fede ad ispirare i comportamenti…”.