Oggi l’udienza preliminare per l’incursione nell’area dell’ex mercato da cui nel 2019 fu sgomberato l’Xm24: contestato a una persona il reato di devastazione e saccheggio. Fuori dal tribunale, presidio solidale: alla ribalta anche qui un’imputazione “che dal regime fascista viene utilizzata per colpire duramente i movimenti e l’autodeterminazione”.
All’insegna dello slogan “Chi devasta è il Pd, chi saccheggia è Acer” si è svolto oggi un presidio davanti al Tribunale in occasione dell’udienza preliminare riguardante le accuse relative “ai fatti di giovedì 28 maggio 2020, quando l’amore di centinaia di persone liberò dalle recinzioni lo scheletro di quello che fu Xm24, ennesimo spazio sgomberato dall’amministrazione e dalla ruspa Pd, un’esperienza che la città evidentemente non si rassegna a dimenticare”, viene spiegato nell’appello diffuso in vista della manifestazione sui canali web dell’Xm24. “L’accusa è devastazione e saccheggio: si riporta alla ribalta anche qui a Bologna quel reato che dal regime fascista viene utilizzato per colpire duramente i movimenti e l’autodeterminazione”, hanno scritto i promotori dell’iniziativa assicurando che il compagno messo sotto accusa “non lo lasceremo solo. Continueremo a ribadire che chi devasta è chi sgombera e alza muri, chi saccheggia é chi svende interi quartieri alla speculazione, non chi si batte da sempre contro le discriminazioni, per l’autodeterminazione, l’autogestione e la solidarietà”. A quanto si apprende, intanto, all’udienza di oggi Acer non si è presentata (e quindi non si costituirà parte civile) e c’è stata una richiesta di rito abbreviato: prossima udienza l’8 ottobre.