Usb Emilia-Romagna accusa Regione e Ausl: “Si nega l’accesso alle cure anziché provvedere ad investimenti pubblici ed assunzione di personale che garantiscano tutti i servizi sanitari e socio-sanitari, in particolare in questa fase complessa”.
“Mentre si riduce l’attività ordinaria negli ospedali, Regione e Ausl aumentano le risorse pubbliche per la sanità privata”. E’ l’accusa mossa dall’Usb Emilia-Romagna, che scrive: “Alcuni giorni fa il direttore dell’Ausl di Bologna ha dichiarato di voler ridurre l’attività ordinaria negli ospedali ed incrementare i posti in terapia intensiva per far fronte alla saturazione dei reparti. Nonostante sia trascorso quasi un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, la nostra Regione risponde alle carenze ed ai limiti del modello sanitario sacrificando le attività ordinarie e pertanto negando l’accesso alle cure anziché provvedere ad investimenti pubblici ed assunzione di personale che garantiscano tutti i servizi sanitari e socio-sanitari, in particolare in questa fase complessa. La saturazione dei reparti che sta colpendo anche la nostra regione mette in luce l’inefficienza di un sistema sanitario che negli ultimi decenni ha subito tagli di posti letto, chiusura di ospedali e smantellamento della medicina territoriale, benché il presidente Bonaccini e la Giunta continuino a sostenere l’eccellenza del modello emiliano-romagnolo”.
Continua il comunicato: “In questi duri mesi, infatti, la soluzione messa in campo dalla Regione è stata di incrementare i finanziamenti alla sanità privata: lo stesso presidente Bonaccini in qualità di presidente della conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera alla revisione in aumento dei finanziamenti in occasione del rinnovo del Ccnl del settore della sanità privata, coprendo l’aumento del costo del personale non con i profitti delle aziende ma con i fondi pubblici delle Regioni. Si stia andando quindi a ingrossare le tasche dei privati lo conferma anche il fatto che l’Ausl di Bologna ha deciso di affidare la gestione della residenza Covid-19 per anziani alla fondazione privata S. Anna e S. Caterina, finanziata dal pubblico e supportata da personale pubblico che si aggiunge ai finanziamenti sempre stanziati dalla regione alle strutture private accreditate, anche per i posti letto che non sono occupati. Oggi, le scelte politiche e di gestione sono le stesse e cioè di sacrificare la sanità pubblica senza un piano di investimenti strutturali ed assunzione stabile di personale in grado di far fronte sia all’emergenza sanitaria sia all’attività di cura ordinaria. Usb sostiene la necessità di un cambiamento di rotta per la sanità che metta al centro il diritto universale della salute attraverso investimenti ed assunzioni per il potenziamento della sanità pubblica fuori da ogni logica di mercato e di profitto ai privati”.