Editoriale

Si muova la città: il buio del Pratello non ci può inghiottire

Il racconto di Antigone sulle condizioni del carcere minorile è devastante. Le responsabilità del Governo sono innegabili. Ma Regione e Comune devono battere un colpo. E chi ha deciso di affiancare il sindaco nell’amministrazione della città dimostri che questo è utile perchè può tutelare delle giovani vite. Qui e ora.

21 Maggio 2025 - 13:39

E’ un pugno allo stomaco della città il racconto che l’associazione Antigone ha fatto ieri dopo la visita effettuata nell’Istituto penale minorile del Pratello. Una situazione di questo genere in un carcere per adulti è inaccettabile. In un Cpr, ugualmente, è intollerabile. In una struttura per minorenni è inconcepibile. Che il sistema istituzionale non abbia anticorpi tali da scongiurare una tale degradazione delle condizioni di vita imposte a questi ragazzi, qualunque cosa abbiano da raccontare le loro biografie, è un’indecenza.

Tutto accade a pochi passi dal divertimento che riempie i locali, dai turisti a passeggio e dai palazzi in cui si governa la città.

Sì, le responsabilità del Governo le conosciamo ed è giusto ribadirle ogni volta che si può: dalla gestione del sistema penitenziario alle nefaste conseguenze del decreto Caivano. Ma il carcere del Pratello è un pezzo vivo del corpo urbano. Nessuna/o può voltarsi dall’altra parte.

Che oggi le notizie diffuse da Antigone quasi non abbiano trovato spazio sui quotidiani cittadini è preoccupante. Ma il tessuto sociale della città deve reagire. La politica e le istituzioni locali devono agire. La Regione batta un colpo. Il sindaco, che tra le sue molteplici responsabilità ha anche quella di essere la massima autorità sanitaria a livello locale, faccia qualcosa: fosse anche un’ordinanza, se è questo che può servire.

Chi ha deciso di far incrociare la strada dei movimenti con quella delle istituzioni, assumendo ruoli di governo, dimostri che questo è davvero utile – qui e ora – perchè può servire ad impedire che dei giovani detenuti debbano vivere in mezzo alla spazzatura, a fare in modo che dei ragazzi rinchiusi non siano costretti a guardare perennemente il canale 29 della tv perchè il telecomando è a pagamento, a garantire che un 17enne in stato di sofferenza mentale possa usare un bagno funzionante e non debba mendicare la possibilità di fare una doccia. A differenza di altri temi amministrativi, seppure importanti, qui non c’è il tempo della mediazione e non c’è lo spazio per il compromesso.

Il buio del carcere del Pratello non può inghiottire la città.