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Si Cobas in piazza: “La repressione non ferma le lotte!”

Oggi corteo da piazza XX Settembre nell’ambito di una giornata di mobilitazione nazionale che ha visto il sindacato di base manifestare anche a Milano e Napoli: “Il governo Conte bis sta continuando a usare i decresi Salvini e Minniti al fine di azzerare e cancellare ogni forma di conflitto”.

30 Novembre 2019 - 19:39

“Se toccano una/o toccano tutte/i! La repressione non fermerà le nostre lotte”. Con questo striscione oggi i Si Cobas hanno sfilato per le strade di Bologna, partendo da piazza XX Settembre per imboccare subito i viali di circonvallazione, nell’ambito di una giornata di mobilitazione nazionale che ha visto il sindacato di base scendere in piazza anche a Milano e Napoli. Queste le ragioni della manifestazione: “Nel silenzio totale il governo Conte bis dopo essere venuto meno all’impegno di abolire i decreti sicurezza di Salvini, sta continuando ad usare tutta la portata repressiva di quelle leggi e del precedente decreto Minniti al fine di azzerare e cancellare ogni forma di conflitto e infatti ormai da parecchio tempo assistiamo ad un accanimento particolarmente grave e pesante nei confronti di decine di lavoratori, militanti sindacali, solidali, studenti, antifascisti, donne e precari. Questo atteggiamento dimostra l’odio nei confronti di quella parte di società che non si piega, che non vuole scomparire e che in questi anni di austerità e crisi profonda ha deciso di prendere in mano il proprio destino, di organizzarsi e di contrapporsi a chi tenta di cancellare la possibilità di avere un presente più dignitoso. I provvedimenti poi di questi ultimi giorni, divieti di dimora, fogli di via, processi a decine di lavoratori e lavoratrici, sono la dimostrazione plastica di un attacco rivolto a chi attraverso la lotta ha costruito una comunità solidale contro la disgregazione sociale nei confronti della quale si muovono per schiacciarla i potentati economici e politici sia nazionali che europei”.

“Oggi non è più immaginabile essere semplici osservatori mossi da un po’ di indignazione, così come appaiono del tutto anacronistiche le discussioni sulle geometrie elettorali che stanno attraversando certa sinistra. Quello che vale la pena di fare è costruire e sostenere le lotte per il diritto ad un lavoro dignitoso, per la difesa del welfare, contro la precarietà del lavoro e della vita, rilanciare la questione ambientale e la mobilitazione dei Fridays for Future, rivendicando il diritto a vivere in armonia con l’ambiente, sapendo che non è il clima che si deve cambiare, ma il sistema, contro chi ha deciso di utilizzare provvedimenti di antica memoria fascista e polizia di tutte le specie, per annientare il conflitto nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università e nei quartieri, per accanirsi contro l’autodeterminazione delle donne, e per riaffermare il patriarcato, contro tutto quello che si muove per costruire una società solidale senza mura e confini, una società in cui la vita delle persone abbia più valore dei profitti. La liberazione di chi vive una condizione di costante impoverimento e di continuo attacco ad ogni diritto si trova solo nelle lotte e nella necessità di costruire un ampio fronte che le sostenga”.