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Sgombero via de Maria e poliambulatorio off limits per disabile, Ausl: “Questura non concordò”

Rispondendo alla richiesta di chiarimento di un utente a cui fu impedito di raggiungere il Cup di via Tiarini nonostante avesse il tesserino d’invalidità, l’Azienda sanitaria scrive: “Dispiaciuti per il disagio vissuto, non fummo informati preventivamente”.

25 Novembre 2016 - 12:34

IMG-20161011-WA0003[1]A seguito dello sgombero dell’occupazione abitativa di via de Maria lo scorso 11 ottobre, durante il quale la polizia impedì l’accesso dei cittadini ad un intero settore della Bolognina e anche a chi aveva la necessità di recarsi al poliambulatorio di via Tiarini (a meno di avere già con sè una prenotazione), riceviamo la segnalazione della risposta fornita dall’Azienda sanitaria locale alla richiesta di chiarimento di un utente disabile che in quell’occasione non potè raggiungere il punto Cup presente all’interno del presidio sanitario, sebbene fosse munito del tesserino di invalidità. Queste le parole dell’Ausl: “Siamo dispiaciuti per quanto accaduto e il disagio vissuto (…) La direzione del nostro Dipartimento delle Cure primarie riferisce che il giorno 11 ottobre scorso è stato effettuato uno sgombero in un palazzo occupato in via De Maria, posto dietro al poliambulatorio Tiarini. La nostra Azienda sanitaria non era stata informata preventivamente e le attività al poliambulatorio Tiarini si sono svolte regolarmente nell’arco della mattinata, anche se ad accessi ridotti.”

Oltre a non essere stati preventivamente informati di quanto sarebbe successo quella mattina, dall’ente sanitario sottolineano che la Questura non prese nessun accordo sulla gestione del flusso dei persone all’ambulatorio. Scrive infatti l’Ausl: “L’accesso a tutta la zona, e quindi anche al poliambulatorio, è stato controllato e filtrato dalle forze dell’ordine e le modalità non sono state concordate con la nostra Azienda. Un nostro dirigente presente nel poliambulatorio ha potuto verificare che l’accesso di cittadini è stato continuo, anche se ridotto rispetto ad altri giorni. Non è stato possibile conoscere per quali ragioni a Lei sia stato impedito di entrare, e possiamo assicurare che ciò non è dipeso da decisioni o comportamenti tenuti da operatori della nostra Azienda”.

Risulta chiaro, così, che la vera e propria militarizzazione della Bolognina messa in campo per cacciare di casa alcune decine di famiglie provocò anche la riduzione di un pubblico servizio che, per giunta, la Questura non ritenne neanche di dover concordare con l’Ausl.

> La lettera inviata dall’Ausl all’utente:

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