La rete D(i)ritti alla città: “Il blitz della polizia nell’area dell’ex caserma Stamoto di qualche giorno fa è la risposta, nello stile più ciclico e banale, al disagio provocato dall’oblio cui ampie aree urbane sono soggette”.
“Niente di nuovo in città”. Così la rete D(i)ritti alla città commenta l’intervento effettuato pochi giorni fa dalle forze dell’ordine all’interno dell’ex Stamoto. “Gli immensi spazi pubblici delle ex caserme vengono ricordati solo per alimentare il marketing politico: i paladini della sicurezza lo sanno che gli accordi tra Comune e Cassa depositi e prestiti sono segreti? Il blitz della polizia nell’area dell’ex caserma Stamoto di qualche giorno fa è la risposta, nello stile più ciclico e banale, al disagio provocato dall’oblio cui ampie aree urbane sono soggette”, afferma D(i)ritti alla città: “La vera notizia non può essere la denuncia di sette persone che, in uno spazio di 14 ettari (25 volte piazza Maggiore), difficilmente possono costituire una ‘occupazione’ o una pericolosa rete criminale. Quella che si vuole trasmettere è piuttosto una (doppia) comunicazione: 1) pressata dall’opposizione e dalla frangia interna più securitaria, l’amministrazione mostra di ascoltare il disagio degli abitanti e risponde ripristinando l’ordine e 2) riapre alla necessità di trasformare un vuoto urbano in una promessa di ‘decoro’. Facendone cosa non si sa, visto che gli accordi sono secretati! Tuttavia, da quanto reso pubblico per le altre aree militari, è abbastanza ovvio che anche per l’ex Stamoto si definisca un orizzonte aperto alla speculazione edilizia, a una resa del pubblico verso interventi privati, oggi chiamati interventi di ‘riqualificazione e rigenerazione’. Un vecchio trucco, ormai svelato, dagli esiti irreversibili. Nei quartieri in cui si compiono questi interventi, la morfologia degli spazi e dei servizi viene quasi completamente scardinata, generando eccessive densificazioni del tessuto urbano in modo non organico, impattando direttamente sulla qualità di vita degli abitanti. Lo scorso dicembre, come Diritti alla città – Rete per gli spazi pubblici, abbiamo portato l’attenzione sull’ex caserma Stamoto aprendone temporaneamente gli spazi, consapevoli della grandissima risorsa che potrebbero costituire per il territorio se restassero pubblici”.