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Sgombero all’ex Manifattura, 40 denunciati: tanti ancora senza un tetto

All’alba di ieri, l’operazione dei Carabinieri “scova” e sgombera 40 persone, tra cui nove donne e due minori, che avevano trovato rifugio nello stabile abbandonato. E un pensiero corre a chi denuncia le case vuote…

16 Marzo 2012 - 09:38

Erano romene 35 delle 40 persone “scovate” dai Carabinieri, nel blitz congiunto con il supporto dell’Unità Cinofila e della Polizia municipale, e che sono state tutte denunciate per invasione di edifici. Con loro anche tre tunisini, un marocchino e un’italiana; nove le donne e due minorenni di 17 anni. Tutti disoccupati e senza un tetto sopra la testa. I Carabinieri riferiscono che molti dei senza dimora sgomberati avevano precedenti di polizia, ma senza altra specificazione: non sappiamo, quindi, se si trattasse di persone “recidive” nel desiderio di avere un posto dove stare oppure coinvolte in altro genere di fattispecie “delittuose”. Quel che è certo è che tutti subiscono gli effetti disastrosi della situazione abitativa bolognese, ai quali la legge Bossi-Fini aggiunge nuova disperazione. In particolare, due persone sono state denunciate per non aver ottemperato ad un’ordine di espulsione pendente nei loro confronti; per altre tre, risultate irregolari ai controlli degli agenti, si sono aperte le porte dell’Ufficio Immigrazione della Questura. Non si ha notizia dei due minori.

Sentendo parlare di sgomberi ed ex-Manifattura Tabacchi, non si può fare a meno di ricordare la storia recente dell’area e quando ad esempio nell’estate 2010, piena “era” Cancellieri, veniva sgomberata una piccola comunità di gitani da via Ferrarese, nell’area adiacente la fabbrica.

E se l’emergenza abitativa è un “male” cronico nella nostra città, la politica in materia sembra ormai irrimediabilmente limitata agli sgomberi, alla distruzione dei ripari di fortuna e alla denuncia dei poveri senza dimora. Se la denuncia può essere vista come la sanzione per un comportamento scorretto che va “raddrizzato” fanno bene gli inquilini ad andare a Palazzo D’Accursio.

Le case sfitte sono centinaia e centinaia, le persone senza dimora pure e altre fanno sempre più fatica a pagare affitti e mutui. E quando “domanda” (di una casa) e “offerta” (di case vuote) si incontrano da sole, tramite le occupazioni, non sarà certo con gli sgomberi che si cancellerà il bisogno di alloggi, come hanno e continuano a dimostrare in San Donato, in Bolognina, a Borgo Panigale e altrove, e tanto meno si riempiranno le case vuote.