Acabnews Bologna

Sgomberata tendopoli a Casalecchio

Ne dà notizia l’amministrazione, intervenuta con Carabinieri, Alpini e Hera. Intanto nel capoluogo rinviati gli sfratti due famiglie.

06 Ottobre 2016 - 19:00

Sgombero Lungoreno (foto Comune di Bologna)L’assessore alla sicurezza di Casalecchio, vigili e funzionari comunali, Carabinieri, Hera e Alpini: tutti all’opera questa mattina nei paraggi dell’asse attrezzato per sgomberare un insediamento di 12 tende, identificando e mandando via i quattro adulti e il minore presenti. A quanto riferisce l’amministrazione, è stato “il quarto intervento di sgombero da quest’estate nelle zone adiacenti la superstrada”.

Nel capoluogo, intanto, due picchetti antisfratto hanno avuto esito positivo. Racconta Social Log: “Questa mattina il comitato inquilini resistenti è andato a sostenere Mohamed. Fornaio stagionale, che insieme a due figlie e la madre invalida doveva affrontare il quinto accesso dell’ufficiale giudiziario. Il picchetto iniziato all’alba ha impedito che lo sfratto fosse attuato, e il rinvio ottenuto è stato di quasi 2 mesi: il 30 Novembre. Ancora una volta la solidarietà reciproca del comitato ha permesso a questa famiglia di continuare a restare nella casa in cui vive e non finire in mezzo di strada. Poichè non esistono soluzioni proposte dai servizi sociali”.

Picchetto antisfratto (foto fb Social Log)Continua il collettivo: “L’orrore dello sfratto o del pignoramento va sostenuto con la lotta e la resistenza. La nostra grande battaglia sociale per il diritto alla casa, al reddito e alla dignità è una battaglia che unisce italiani e stranieri contro le speculazioni del mattone e della sua rendita. Continuiamo a vedere nei volti di chi si avvicina ai nostri sportelli la violenza di questo modello, che non tiene conto di un impoverimento continuo e costante di grossi strati di società, la cui unica soluzione è quella di iniziare a lottare. Rinviare uno sfratto significa continuare ad avere una casa per poter immaginare di costruirsi ancora una vita nonostante le difficoltà. Rinviare uno sfratto significa anche avere del tempo per far si che gli inquilini possano accedere al “protocollo sugli sfratti” come è accaduto con la famiglia di Safir in via Corticella nello stessa giornata di oggi. Marito muratore di 63 anni e moglie licenziata dopo una grave malattia grazie all’intransigenza e alla resistenza del comitato sono riusciti ad imporre alla proprietà, pronta a scacciarli di casa, di aderire al “protocollo sugli sfratti” ottenendo per il momento un rinvio dell’esecuzione fino a febbraio 2017. Da oggi rilanciamo la battaglia per una moratoria immediata degli sfratti e torniamo a sollevare l’urgenza di aprire le tante strutture pubbliche e private non utilizzate da decenni alle famiglie e alle persone che sono colpite dall’emergenza abitativa.”

Così invece Asia Usb: “La famiglia di Ahmed oggi ha resistito, lo sfratto grazie al picchetto composto da militanti e solidali è riuscito ad ottenere il rinvio per il 28 febbraio. Una piccola vittoria per Ahmed e sua moglie incinta di 7 mesi poter rimanere in casa fino alla nascita del loro figlio. Ahmed inoltre vanta un credito con la proprietà che si rifiuta di pagare i lavori di ristrutturazione dell’appartamento effettuati dallo stesso Ahmed prima di entrare nell’abitazione al fine di renderla abitabile. Nel corso del tempo la famiglia è stata più volte minacciata dai proprietari e hanno subito anche un lancio di due bottiglie molotov accaduto nei primi giorni di febbraio e riportato anche dalla stampa locale. Nonostante le continue intimidazioni Ahmed continua a lottare per la sua famiglia e per il diritto alla casa. Contro la legalità e l’arroganza della magistratura e degli apparati giudiziari la lotta per la casa continuerà sempre impedendo con i propri corpi resistenti l’esecuzione degli sfratti. Ringraziamo i compagni dell’Associazione Sindacale Pugno Chiuso per la loro ormai consolidata presenza e supporto”.