Mentre il sindacato denuncia lavoro povero da 6,37 euro lordi l’ora, il direttore della logistica etica è impegnato a organizzare la visita dell’immagine della Beata Vergine e poi pure una gara podistica. Questione di priorità. Logistica etica o mistica? O forse atl-etica?
In queste settimane, tra le notizie riguardanti il territorio bolognese ne sono apparse in rapida successione tre sull’Interporto. Le prime due addirittura nel giro di poche ore. Una di queste è la denuncia fatta dalla Filt-Cgil sul salario degli autisti in appalto per la multinazionale Bomi Group: 6,37 euro lordi l’ora, a fronte dei 10,6 previsti dal contratto. Quindi “non va bene”, dice il sindacato, segnalando che la multinazionale recentemente acquisita da Ups registra “fatturati milionari nel nostro Paese” e “tramite gli appalti risparmia sul costo del lavoro e sulla sicurezza”. Nel magazzino di Bomi all’Interporto, in particolare, sono impiegati oltre 50 lavoratori con mansioni di autista suddivisi in diverse società di trasporto. Queste ultime applicano “un contratto collettivo nazionale pirata”, sostiene la Filt, aggiungendo che i lavoratori svolgono abitualmente fino a 10 ore al giorno di lavoro consegnando prodotti in tutta la regione, “senza pagamento dello straordinario”, mentre i furgoni “presentano di frequente una manutenzione ordinaria non sufficiente a garantire la sicurezza del personale”. Inoltre, “abbiamo riscontrato e già segnalato- riferisce ancora il sindacato- che il personale diretto Bomi organizza e gestisce direttamente gli autisti in appalto nonostante sia evidentemente vietato dalle norme di legge” che regolamentano il settore. La Filt chiede quindi di “finirla con lo sfruttamento dei lavoratori tramite gli appalti”, altrimenti scatteranno “i primi scioperi di tutto il personale per obbligare la multinazionale a riconoscere le giuste condizioni economiche, normative e di sicurezza a tutti i lavoratori, nessuno escluso”.
Accuse gravi, che peraltro non arrivano dai settori più radicali del fronte sindacale. Ma come, l’Interporto non doveva essere la casa della logistica etica, tanto sbandierata dal sindaco Matteo Lepore?
E arriviamo così alla seconda e praticamente contemporanea notizia: molto meno venale, altro che sudore della fronte e vil denaro. Qui si passa ad argomenti elevati, spirituali. L’interporto ha infatti dato conto della prima visita compiuta nell’hub logistico dalla Sacra Immagine della Madonna di San Luca (sic): prima tappa al nuovo centro di ascolto della Caritas, poi tour tra i magazzini e infine messa. Un’iniziativa promossa proprio dal direttore della logistica etica, l’eterno Alessandro Alberani, già segretario della Cisl, piazzato su questa poltrona dal sindaco dopo l’incarico di presidente dell’Acer: ruolo nel quale, vale la pena ricordarlo, si distinse per iniziative particolarmente progressiste come i muri “anti-degrado” da innalzare attorno ai caseggiati popolari e gli sgomberi con le ruspe alla Salvini. “La madonna di San Luca- ha dichiarato Alberani- è stata accolta con enorme entusiasmo dalla gente che lavora. E’ un simbolo che unisce credenti e non credenti e anche i pensieri diversi. E’ stato molto emozionante”. Ora il punto non è mettere in dubbio questo. E possiamo anche lasciare in secondo piano il tema della laicità di un’azienda a maggioranza pubblica o quello della presenza, tra le/i lavoratrici/ori dell’hub, di tante persone con diverso credo religioso. Qualche perplessità, però, ci pare lecito esprimerla circa il fatto che mentre all’Interporto si lavora per 6,37 euro lordi all’ora il direttore della logistica etica non abbia di meglio da fare che organizzare messe e visite della madonna di San Luca.
Ma non è tutto. La terza notizia riguarda infatti l’organizzazione all’Interporto di una nuova gara competitiva di atletica, con annessa corsa ludica per appassionate/i: la “Interporto Race” si sarebbe dovuta tenere lo scorso 20 ottobre, ma è stata poi rinviata a causa del maltempo. E indovinate chi ha tenuto a battesimo la presentazione pubblica della gara? Ovviamente sempre lui, Alberani, che si è anche mostrato consapevole della necessità di fornire una spiegazione soffermandosi sull’importanza della giornata per le/i lavoratrici/ori e le loro famiglie: “Ci sono i diritti ma ci sono anche la cultura e lo sport, perchè l’integrazione e il dialogo sociale passano anche da quello”.
Anche in questo caso, qui non si ha nulla contro l’atletica e ben venga se le/i lavoratrici/ori davvero potranno trarre qualche beneficio dalla gara podistica, quando sarà recuperata. Ma sono davvero queste le priorità della logistica etica? Perchè nel frattempo, sperando di essere in errore, di interventi o prese di posizione sulla vicenda dei 6,37 euro lordi l’ora non abbiamo trovato traccia. Insomma, la logistica etica è in realtà quella mistica? O forse quella atl-etica?
“In questi anni l’Interporto- ha dichiarato intanto il direttore, Giuseppe Dall’Asta, accogliendo la madonna di San Luca- ha cercato di aprirsi all’esterno. E’ un’azienda innovativa che guarda al futuro”. Sarà, ma intanto per sradicare salari da fame e sfruttamento forse c’è solo una cosa in cui sperare: un bel miracolo!