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Servizi educativi e scolastici del Comune, riparte la mobilitazione delle/i lavoratrici/ori

Presidio davanti a Palazzo D’Accursio in concomitanza con il Consiglio comunale per evidenziare la “situazione di precarietà, approssimazione organizzativa, improvvisazione, anche sul piano pedagogico, e delusione che caratterizza il lavoro nei servizi educativi e scolastici a causa di scelte e pratiche dirigenziali sbagliate”, spiega l’Sgb.

13 Febbraio 2023 - 19:27

Torna a farsi sentire la voce delle/i lavoratrici/ori dei servizi educativi e scolastici del Comune: oggi presidio davanti a Palazzo D’Accursio, in concomitanza con il Consiglio comunale, su iniziativa dell’Sgb. Spiega il sindacato di base: “Una straordinaria partecipazione ha caratterizzato l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi educativi e scolastici del comune di Bologna convocata da Sgb. Un’assemblea che, nonostante il protocollo di relazioni sindacali firmato recentemente con il sindaco Lepore e l’assessore Bugani, è stata vietata dall’amministrazione comunale e dalla rsu dove vige un regolamento fascistoide voluto da Cgil, Cisl, Uil e da qualche piccola mosca cocchiera, che si è quindi dovuta tenere alle 18,30 fuori orario di lavoro. 120 intervenuti che hanno animato due ore di discussione con interventi che hanno fatto luce sulla situazione di precarietà, approssimazione organizzativa, improvvisazione, anche sul piano pedagogico, e delusione che caratterizza il lavoro nei servizi educativi e scolastici a causa di scelte e pratiche dirigenziali sbagliate. È emerso con grande evidenza che è la buona volontà e la passione di chi lavora in questo importantissimo settore a fare sì che le famiglie, pur fra mille problemi, possano usufruire di un servizio di qualità, mentre l’amministrazione si dedica alla propaganda. L’assemblea ha quindi deciso di riavviare la vertenza e la mobilitazione nei confronti della Giunta”, convocando il presidio di oggi, con il quale è stato ottenuto un incontro con la Giunta.

Questa la piattaforma approvata all’unanimità dall’assemblea: “Sgb, dopo aver conquistato al pari di Cgil, Cisl e Uil territoriali, un protocollo di relazioni sindacali con la Giunta comunale, ha chiesto ed ottenuto un incontro con l’assessore alla scuola Ara e i dirigenti del settore educativo e scolastico. A seguito di tale incontro ha convocato l’assemblea di oggi 8 febbraio che si è dovuta tenere fuori orario di lavoro in quanto è stata negata la possibilità di farla in orario di lavoro dalla rsu. Le lavoratrici e i lavoratori dei nidi e delle scuole dell’infanzia, riuniti in assemblea, accolgono le proposte avanzate da Sgb durante gli incontri: aumento degli organici nei nidi e nelle scuole dell’infanzia legato alla riduzione rapporto numerico adulto/bambino. Revisione degli organici dei collaboratori in funzione delle nuove mansioni; piano assunzioni adeguato alla prospettiva di nuovi posti nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunali, annunciati dall’amministrazione per i prossimi anni e all’avvio di nuovi modelli di organizzazione delle attività educative e scolastiche come il lavoro aperto e il sistema integrato 0/6. Assunzioni delle precarie e proroga delle graduatorie in essere; la reintroduzione del certificato del pediatra per la riammissione dei bambini dopo la malattia, per garantire la salute degli altri bambini e del personale. L’introduzione della volontarietà di adesione delle educatrici al progetto luglio23 presentato dall’amministrazione il 10 gennaio scorso”.

Inoltre l’assemblea “considera inaccettabile- prosegue la mozione- il Ccnl firmato il 16 novembre scorso sia per l’inadeguatezza delle risorse economiche, che non coprono l’inflazione che ha formalmente raggiunto il 13%, e sia dal punto di vista normativo. Ad esempio, non è previsto l’automatismo al nuovo inquadramento professionale da istruttori a funzionari per educatrici ed insegnanti come invece annunciato dai sottoscrittori. Considera l’ambientamento partecipato una modalità ancora in fase di sperimentazione e che non può essere considerato una modalità standard e soprattutto non può essere imposto. Esige il rispetto del referendum del 2021 con il quale si chiedeva pari diritti sindacali a tutte le sigle presenti in Comune”.