Acabnews Bologna

“Sequestro? Taksim si barrica!”

Gli occupanti dello studentato, che era rimasto vuoto per anni, replicano al provvedimento di sequestro. Sempre in tema di speculazioni edilizie, il Cua rilancia la campagna contro la svendita di via Zamboni.

21 Maggio 2014 - 19:13

Sequestro dello stabile di via Zanolini 40: Taksim si barrica!

Apprendiamo dai quotidiani cittadini che il Tribunale del Riesame di Bologna ha ordinato il sequestro preventivo per lo stabile, abbandonato da anni, di via Zanolini 40.  Dal 15 ottobre sino ad oggi lo stabile ha dato e sta dando casa a decine, tra studenti e studentesse, che insieme hanno dato vita allo Studentato Occupato TaksimGià qualche mese fa c’era stato l’intento di proporre il sequestro, che era però stato rimandato ad un successivo riesame.  Quel giorno è arrivato, dando la sentenza formale del sequestro. Come studenti e studentesse, vivendo da mesi in questa occupazione sapevamo che prima o poi la controparte avrebbe mosso i suoi passi; questi passi sono stati senz’altro velocizzati dall’approvazione del Piano Casa proposto dal ministro Lupi (targato quindi Governo Renzi) e che proprio pochi giorni fa è entrato in vigore.

La repressione non accenna a fermarsi, vediamo benissimo come questo governo continui a colpire i bisogni di studenti, lavoratori, precari, migranti.. insomma, di un popolo che richiede a gran voce  “casa, reddito e dignità”, ma che continua a ricevere umilianti schiaffi in faccia da parte di uno Stato che non ci rappresenta.

Oltre alla notizia del sequestro preventivo per lo Studentato Occupato Taksim giunta nel pomeriggio di ieri, è arrivata anche la notizia dell’arresto per due compagni romani impegnati nei movimenti di lotta per la casa, Paolo di Vetta e Luca Fagiano. Ovviamente in questo comunicato vogliamo esprimere anche la nostra solidarietà a chi lotta ogni giorno affinché tutt* possano avere un tetto sopra la testa e che non si lasciano intimorire dalla brutalità della repressione del nuovo governo dell’austerità.

Taksim nasce nell’ottica di far emergere uno dei tanti problemi che uno studente bolognese si trova ad affrontare, come quello dei costi elevatissimi degli affitti nella zona universitaria e del diffuso fenomeno della stipulazione di contratti in nero. Sappiamo inoltre che a fronte di 80.000 studenti fuorisede a Bologna, i posti letto messi a disposizione dall’università non arrivano neanche a 1.500;  per questo abbiamo voluto riaprire uno spazio lasciato all’abbandono e alla speculazione edilizia per farlo rivivere, per fargli trasudare dalle sue pareti il calore delle nostre lotte. Ma non solo: l’obbiettivo che ci siamo voluti porre con questa occupazione, è stato quello di portare avanti una lotta concreta che parlasse di reddito e spazio urbano, ai bordi tra università e metropoli, sapendo unire più percorsi e portandoli all’interno delle nostre università.

Lo stato di impoverimento generale dettato dalle misure della crisi e dell’austerità ci indicano il clima di una sofferenza sempre più diffusa, anche tra gli studenti, e soltanto partendo dai bisogni materiali, come un tetto garantito ad uno studente fuori sede (e non), si può far fronte alla povertà che sempre più dilaga.

Con questo comunicato vogliamo far sapere alla nostra controparte che Taksim si barrica, e la risposta repressiva al problema sociale che abbiamo sollevato non potrà che vedere la nascita di nuovi studentati e case occupate, per gli studenti e non solo. Stiamo lavorando per questo, è una promessa!

Ancora una volta, TAKSIM SI BARRICA!

Studentato Occupato Taksim

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I soliti baroni di casa nostra – In risposta all’editoriale di A. Barilli

Ne eravamo certi che prima o poi qualche barone accademico avrebbe fiatato sull’inizio della campagna contro la dismissione del patrimonio pubblico in Via Zamboni  e Piazza Verdi. Ed oggi, sul Corriere Della Sera, puntualmente, Renato Barilli, ci definisce come espressione della “balordagine dei conservatori di casa nostra, che magari si ammantano di sinistrismo”. 

E’ probabile che il rancore e la solerzia che ha mosso il ricco barone Barilli, in quota Partito Democratico, nell’intervenire contro la campagna di lotta in opposizione alla speculazione in atto a guida Alma Mater, sia dovuta a qualche intreccio di interessi che unisce il docente, critico d’arte, con le probabili cordate di speculatori che dovrebbero divorare la zona universitaria a basso costo. Barilli ha già pronto il museo della salamella griffata “made in Fico” da fare in via Zamboni 25? La cricca Farinetti è già pronta alla speculazione? Basta un bell’aperitivo con i pezzi grossi di UniPol e il finanziamento è pronto, non è vero Barilli? 

D’altronde va riconosciuta la franchezza del ricco barone che nello stesso articolo rilancia la sua proposta di allestire nella galleria sotterranea di Via Rizzoli la mostra delle ultime opere pubbliche promosse dalle amministrazioni. Siamo certi che ha già in mente quale dei suoi tira piedi proporre per realizzare la mostra “della speculazione” cittadina, e garantirsi qualche altro quattrino pubblico per la sua lauta abbuffata. E meno male che i conservatori siamo noi, che ci prendiamo cura dell’utilizzo e del destino delle strutture pubbliche! 

La gente come Barilli è da decenni che si ingrassa speculando sulle vite di tanti e tante e sui territori che viviamo. Una “bella novità” quella che l’illustre barone propone:  svendere il patrimonio pubblico a qualche fondazione milionaria o imprenditore, per andare a ristrutturare una grossa area “regalata” dal comune. Un giochetto finanziario e speculativco che va avanti dalla notte dei tempi.

Rilanciamo con forza la nostra campagna di lotta contro la speculazione in zona universitaria e invitiamo gli studenti, i lavoratori dell’Alma Mater, i docent e i residenti a mobilitarsi con noi per costruire un grande NO al progetto di dismissione dei beni dell’UniBo.

Noi che siamo in contatto quotidiano con il mondo sociale che vive dentro e ai bordi dell’università, sappiamo quanto sia pesante la sofferenza provocati dall’austerità e della crisi. Non c’è bisogno di svendere via Zamboni e piazza Verdi. L’università, al contrario, deve garantire ai propri studenti e lavoratori una vita degna tramite l’accesso ad un welfare adeguato alle esigenze di chi abita e lavora dentro e ai bordi dell’università. Partiamo dagli studentati e dalle mense gratuite e blocchiamo la speculazione a cui l’ente universitario si sta prestando. Di certo non prendiamo lezioni  di sviluppo dalle mummie baronali come Barilli.
 
Il vostro mondo è un rudere, il presente e il futuro siamo noi!

Collettivo Universitario Autonomo