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Scuola, riparte la mobilitazione dei precari

Oggi alle 14,30 presidio all’istituto Rosa Luxemburg e domenica 8 settembre’013 contestazione del ministro Carrozza alla Festa dell’Unità. Inoltre, “rifiutiamo tutte le attività aggiuntive”.

04 Settembre 2013 - 14:00

Attenzione Personale PrecarioRicomincia la scuola e ricomincia la mobilitazione dei precari, che oggi alle 14,30 manifesteranno all’Istituto Rosa Luxemburg, luogo in cui attraverso le nomine a tempo determinato “ogni anno la nostra precarietà viene alimentata, perpetrata, smerciata”. Con il presidio, i precari bolognesi aderiscono alla giornata di protesta nazionale delle “Piazze precarie”. La decisione è stata presa da un’assemblea che si è svolta due giorni fa su iniziativa del Coordinamento precari della scuola. “Vogliamo contestare le recenti dichiarazioni del ministro Carrozza – spiegano i precari – che ha parlato di un’inversione di tendenza rispetto al precariato nella scuola”. Inoltre, sono “ridicole le sue previsioni di assunzioni in ruolo”, ovvero 44.000 posti in tre anni compreso il personale amministrativo. “L’unica soluzione al problema del precariato è restituire gli otto miliardi di euro che sono stati tagliati e avviare un vero percorso di assunzione – è il messaggio del Coordinamento – delle persone che hanno acquisito questo diritto da anni”.

Un secondo appuntamento lanciato dai precari è per domenica sera, quando si presenteranno alla Festa dell’Unità per esporre direttamente le proprie ragioni al ministro Carrozza: “Così come abbiamo fatto negli anni scorsi con Mariastella Gelmini e Francesco Profumo”, ricordano.

Infine, nell’assemblea si è deciso di avviare una campagna che porti i precari a rifiutare tutte le attività aggiuntive che non rientrano tra gli obblighi previsti dal contratto: ad esempio i ricevimenti settimanali, la sostituzione dei colleghi assenti, l’incarico di collaboratore del preside o di coordinatore della classe, i corsi di recupero, le uscite didattiche giornaliere e i viaggi di istruzione. In questo caso, l’obiettivo è quello di protestare contro la mancata monetizzazione delle ferie: fino a 1.000 euro in meno all’anno, spiega una delle insegnanti che ha partecipato all’assemblea di oggi. Il diritto di monetizzare le ferie e’ stato tolto “a noi che ogni anno veniamo licenziati a giugno per essere riassunti a settembre – recita la dichiarazione che il Coordinamento invita a firmare ed inviare ai dirigenti – a noi che di fatto svolgiamo gli stessi compiti di un insegnante di ruolo”.

“All’interno della nostra categoria dobbiamo ritrovare un po’ di unita’ altrimenti le lotte non vanno avanti – è l’appello di una precaria – e continueranno ad usarci come cavie”. Sotto questo profilo, il rifiuto delle attività aggiuntive è per i precari un test importante: se lo faranno in pochi “sarà semplice testimonianza – afferma un suo collega – ma può avere una grande efficacia, se invece riusciremo a coinvolgere tanti precari come noi”, così da mettere “in seria difficolta’” il funzionamento delle scuole e obbligare i dirigenti a fare qualcosa.