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Scuola, Limina (Usr) ci ricasca: bavaglio al personale

“E-Limina” emana una circolare sui rapporti tra personale e stampa, ricordando che esiste la possibilità di sanzioni disciplinari. Nel pomeriggio i genitori lo costringono ad un incontro sulla situazione finanziaria delle scuole, ma lui: “Polemiche inutili”.

20 Maggio 2010 - 19:14

Già protagonista di episodi simili nel recente passato, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Marcello Limina torna a colpire ed emana un nuovo diktat che mira a mettere il silenziatore alle proteste del mondo della scuola di fronte ai tagli del governo. “E-Limina”, infatti, ha inviato una lettera riservata a tutti i dirigenti scolastici della regione chiedendo loro di “sensibilizzare il personale della scuola sul corretto comportamento da tenere con gli organi di stampa, che non va dimenticato neppure in occasione della redazione di documenti o comunicati diretti agli studenti, alle famiglie o altri
soggetti”.

Limina, inoltre, sottolinea ai presidi “la necessita’ di informare di tali rapporti il dirigente competente”, ricordando che “l’articolo 494 del decreto legislativo 297 del 1994, relativamente al personale docente, sancisce la possibilita’ di comminare sanzioni disciplinari per atti non conformi alla responsabilita’, ai doveri a alla correttezza inerenti alla funzione”. Infine, i presidi dovranno ricordare al personale che “e’ improprio indirizzare ad alte autorita’ politiche o amministrative diverse dal loro diretto riferimento gerarchico documenti, appelli o richieste”.

La segnalazione della lettera arriva dalle scuole di Modena, dove oggi si è svolto un partecipato corteo e oltre 500 tra insegnanti, ausiliari e genitori hanno approvato all’unanimita’ una mozione per chiedere le dimissioni di Limina “che gia’ lo scorso anno invito’ i docenti e i dirigenti scolastici ‘a non fare politica’, ovvero a non avanzare critiche alle direttive del Governo, e che ora minaccia addirittura sanzioni per i ‘non allineati'”. I lavoratori delle scuole modenesi replicano che non ci si farà intimidire e sottolineano “il carattere intimidatorio e lo spirito antidemocratico della circolare che cerca di reprimere le legittime proteste del mondo della scuola. La reazione scomposta e illiberale del dirigente regionale e’ un segno evidente dell’efficacia e della diffusione dell’opposizione ai provvedimenti del Governo in materia scolastica”.

Proprio oggi, intanto, Limina ha dovuto fare i conti con il coordinamento dei presidenti dei Consigli d’istituto di Bologna. Dopo numerose (e vane) richieste di incontro, oggi pomeriggio i genitori lo hanno aspettato ed accerchiato nel cortile della Facolta’ di Scienze della formazione, in via Zamboni, dove era atteso ad un convegno sulla scuola e lo hanno costretto ad un incontro improvvisato per parlare dei quasi 23 milioni di euro di crediti che gli istituti bolognesi avanzano nei confronti dello Stato. I presidenti dei Consigli d’istituto di Bologna, tutti genitori preoccupati per il futuro della scuola, portavano un cartello al collo con la cifra mancante dalla cassa del proprio istituto.

Limina, visibilmente irritato, ha negato di aver rifiutato il confronto per poi ribadire la sua posizione: la situazione delle scuole di Bologna non e’ drammatica. “A volte e’ stata fatta anche della polemica inutile” su questo tema, dice il direttore dell’Usr, invitando a  segnalare solo “le scuole che non riescono a sbarcare il lunario”, perche’ “il problema dei crediti non impedisce agli istituti di funzionare”. Alle lamentele dei genitori, Limina replica: “Io lavoro perche’ le sofferenze siano ridotte al minimo, ma non si puo’ pretendere che i servizi siano erogati al 100% come in tempi di vacche grasse”. Frase che, naturalmente, ha scatenato le ire dei genitori presenti. La teoria di Limina rivela in che considerazione vengono tenuti i diritti dei lavoratori all’Usr: “Se escludiamo i supplenti che ancora devono essere pagati, non ci sono altri creditori se non i docenti interni alla scuola”.

Da parte dei presidenti dei Consigli d’istituto, si commenta così: “In sostanza finche’ le scuole hanno il bilancio in pareggio, i soldi pagati in passato non verranno restituiti. L’unica soluzione e’ fare andare in rosso le scuole”. E cosi’ qualcuno, nel gruppo, avanza anche l’idea di fare lo sciopero dei contributi da parte delle famiglie.