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Scuola, Cobas: “Sia finanziata l’alternativa all’ora di religione”

“Nessuno è figlio di un dio minore”, venga erogata a tutti la somma prevista per i testi cattolici. Intanto Usb interviene sulla fumata nera per la vertenza Quadrifoglio: “Il sistema cooperativistico che ci impongono non funziona”.

16 Maggio 2014 - 10:08

Scuola, aula scolastica - foto TakaonogirlAlunni e studenti che non seguono le lezioni di religione hanno “diritto alle somme per i libri di testo”, da usare per comprare “volumi o materiali collegati” alle attività alternative previste dalla scuola. Lo chiedono i Cobas, che forniscono a insegnanti e dirigenti scolastici una bozza di mozione da far approvare in collegio docenti per chiedere al Comune di erogare la somma equivalente a quella prevista per l’insegnamento della religione cattolica.

L’obiettivo, scrive il sindacato, è che vengano acquistati “testi collegati all’intercultura che possano accompagnare i percorsi di attività alternativa e far crescere l’interesse e la qualità delle biblioteche scolastiche”.

Intanto Usb ha commentato in una nota l’esito negativo dell‘incontro tra Comune, Asp Irides e educatori della della coop Quadrifoglio, che come gli anni scorsi resteranno senza stipendio nei mesi estivi, chiuse le scuole.

“La risposta dell’amministrazione comunale è stata inequivocabile – scrive il sindacato – la questione non è tecnica ma politica, e prevede che le lavoratrici e i lavoratori non abbiano continuità lavorativa e di salario. Addirittura i privati che gestiranno i centri estivi, avranno piena autonomia sia nella scelta del personale cui

“Al punto in cui siamo giunti non ci sarà alternativa allo stato di agitazione, e quindi allo sciopero”, si legge infine nel comunicato: “Contestualmente proseguiremo con le mobilitazioni perché quattrocento educatori impiegati in un lavoro pubblico non possono essere affamati dalla pubblica amministrazione, coadiuvata dai sindacati complici CGIL CISL UIL. Il sistema cooperativistico che ci offrono, che ci impongono, non funziona: lascia i lavoratori senza salario e gli utenti senza supporto”.