Acabnews Bologna

Scontri notturni in piazza Verdi, 15 assolti per prescrizione

Nel 2006 due fermi dei vigili scatenarono la rivolta della piazza, si è concluso martedì il processo per resistenza e lesioni.

29 Maggio 2014 - 10:46

Zona decofferatizzata (repertorio Uniboom/Zic)Nel giugno 2006 Bologna era governata da due anni a suon di ruspe e manganelli dal cremonese Cofferati, mentre da poco il bolognese Prodi aveva vinto le elezioni nazionali con Bertinotti e Mastella, via Zamboni era aperta al traffico, in piazza Verdi non ci si poteva sedere che per terra, non c’era traccia di alberi, la polizia stava all’interno della piazza con auto e camionette ogni maledetta sera.

Sui giornali locali si leggeva ogni giorno della decima edizione della Street Rave Parade antiproibizionista, che il Sindaco voleva a tutti i costi impedire (non ci sarebbe riuscito).

Quello che avvenne il 21 giugno 2006 lo raccontano i comunicati di due collettivi dell’epoca: “Succede che una notte in piazza Verdi – scrivevano gli occupanti di case di Passepartout – un ragazzo viene pestato dalla municipale per aver pisciato sotto i portici, un’artista di strada spagnola che aveva difeso lo ’sporcaccione’ viene picchiata e poi portata a fare il tso e nelle tre ore successive carabinieri e polizia si contendono la piazza con un variegato gruppo di nomadi bolognesi. Tutto per una pisciata!”

“Si è straparlato di una mega-rissa tra punkabbestia e vigili – rincaravano gli studenti della Rete Universitaria – mistificando quello che è stato un pestaggio gratuito nei confronti di un giovane colpevole di orinare nella pubblica via seguito dalla violenta repressione di coloro (in buona parte studenti) che, resosi conto dell’accaduto, sono giustamente insorti, lanciando bottiglie e altro verso la forze dell’ordine. Il vero volto della Bologna dello sceriffo Cofferati, ma sarà una pisciata che vi seppellirà”.

I due giovani fermati e altri 13 ragazzi pescati più o meno casualmente tra i volti noti dei collettivi, accorsi in piazza in ordine sparso alla notizia dei fermi, finirono indagati dalla procura, e dopo quasi quattro anni rinviati a giudizio con l’accusa per tutti di resistenza aggravata e per uno di lesioni.

Si sono susseguite 13 udienze, durante le quali la difesa dei 15 imputati (in gran parte assistiti da Gian Andrea Ronchi) ha messo in dubbio il riconoscimento, da foto e video, degli imputati. Alla fine anche il pubblico ministero, nella sua requisitoria, ha chiesto la prescrizione, riconosciuta dal giudice questo martedì quando la lunga vicenda processuale è giunta infine a sentenza.

Quell’agitata notte estiva di otto anni orsono fu il primo di diversi episodi che videro, negli anni, scontrarsi forze di polizia e “popolo della piazza” , sempre a causa dei soprusi delle prime, che obbedendo alle fantasiose ordinanze con cui si sono divertite le ultime amministrazioni, pretendevano di identificare o multare chi beveva una birra o anche solo si sedeva per terra. L’ultimo caso l’anno scorso, con i tentativi di vietare iniziative politiche con la scusa dell’amplificazione. Intanto qualcosa è cambiato: la polizia non parcheggia più nel centro della piazza, c’è qualcosa di simile a delle panchine su cui sedersi, qualche alberello. Piccole cose semplici, che studenti e collettivi universitari hanno reclamato per anni, non ricevendo a lungo in risposta altro che manganellate e nuovi divieti.