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Sciopero generale, migliaia alla “via crisis” dei sindacati di base [nuove foto]

Fumogeni, slogan e striscioni affissi davanti a Consolato greco, cattedrale di S.Pietro, Palazzo d’Accursio, Prefettura, Confindustria, Banca d’Italia

06 Settembre 2011 - 15:45

“Cancellare il debito, conquistare reddito e diritti” é lo striscione d’apertura del corteo dei sindacati di base che, nella giornata di sciopero generale, si muove intorno alle 10 da Piazza XX Settembre, punto di avvio di quello che era stato annunciato come un percorso a tappe tra obettivi simbolici, battezzato “via crisis“.

Tra gli spezzoni, si riconoscono gli operatori della cooperativa Geco, senza stipendio da mesi, e quelli della Società Dolce, messi a rischio dalla perdita dell’appalto sui servizi di sostegno scolastico, come anche le maestre dei nidi colpite , il sindacato inquilini Asia, che ha portato in corteo una tenda come quelle montate per settimane in Piazza Liber Paradisus, nel 2010, per chiedere soluzioni all’emergenza abitativa,  e un gruppo di anarchici con lo striscione “Voi la forbice, noi il sasso”.

In via Indipendenza i manifestanti si fermano a lungo davanti a consolato greco e cattedrale di S.Pietro, con interventi dal camion, fumogeni, e l’affissione di striscioni: “Solidarietà col popolo greco” il primo, “Chiesa, paga l’Ici!” il secondo.

Nel frattempo i tre cortei della Cgil, partiti da Porta S.Felice, Piazza Martiri e Via Zanolini, sono tutti arrivati in Piazza Maggiore. Il serpentone dei sindacati di base, di circa duemila persone, vi passa accanto svoltando in via Ugo  Bassi. Negli interventi dal sound system parole dure: “Sono il nemico, è il sindacato che ci fa guerra nelle fabbriche”. Centinaia di persone, dalla piazza, si uniscono alla manifestazione che si allontana.

Anche su Palazzo d’Accursio e Prefettura appaiono strisiconi: “Merola e Frascaroli, basta tagli e precarietà!” e “Que se vayan todos!”. Arrivato in via Barberia il corteo si ferma davanti a un palazzo apparentemente anonimo, ma nel quale si trovano gli uffici della direzione regionale di Confindustria. Anche questo obiettivo viene “sanzionato” con fumogeni accesi, cori, e lo striscione “La crisi la paghino i padroni”.

Ultimo obiettivo, non annunciato dalle comunicazioni degli scorsi giorni sulla “via crisis”, è la sede della Banca d’Italia in Piazza Cavuor: oltre all’affissione di un altro striscione (“Via gli speculatori!”) esplodono due fragorosi petardi.

Ci sono almeno cinquemila persone quando il corteo riparte lungo via Farini, per andare a concludere in Piazza Santo Stefano mentre il cielo fin qui plumbeo si apre a far passare i primi caldi raggi di sole.

> Le fotografie © Michele Lapini

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