Oggi mobilitazione congiunta di Priorità alla scuola (che chiede il riavvio delle lezioni in presenza “non oltre il 7 aprile”), Cobas e Coordinamento precari/ie: “Occorre urgentemente invertire la rotta, con un intervento di risarcimento per i tagli decennali subiti”.
Insieme ad altre 60 città, anche Bologna partecipa oggi allo sciopero di docenti e studenti dalla Didattica a distanza (Dad). La protesta lanciata da Priorità alla scuola (che chiede “la riapertura di tutti gli ordini e gradi scolastici, dal nido all’università, in presenza, sicurezza e continuità, non oltre il 7 aprile”) avviene in concomitanza con lo sciopero proclamato dai Cobas scuola e con l’adesione del Coordinamento precari/ie della scuola: le tre sigle hanno anche convocato un presidio in piazza del Nettuno, che si è svolto stamattina. “Durante la pandemia- è l’appello diffuso per promuovere la manifestazione- sono tragicamente emersi i problemi che affliggono la scuola da molto tempo: precarietà, inefficienze e disorganizzazioni, conseguenze del processo di aziendalizzazione avviato negli anni Novanta. Pessimi segnali dal nuovo Governo ci arrivano sulle intenzioni di proseguire su questa strada imponendoci la formazione obbligatoria sulla Dad, la reintroduzione dei meccanismi premiali, l’allungamento del calendario scolastico e l’ingresso del settore privato nelle scuole attraverso i patti di comunità. Per questo è urgente porre all’ordine del giorno una visione diversa ed alternativa alla gestione pre-Covid: oggi i soldi ci sono e sono molti, non possiamo permettere che i fondi previsti per la scuola nel Recovery Plan siano destinati in via quasi esclusiva alla digitalizzazione e al legame con l’impresa, perché ciò rischia di allontanarla definitivamente dal modello di scuola pubblica previsto dalla Costituzione, che dovrebbe puntare alla formazione del cittadino dotato di strumenti cognitivi e spirito critico, e di trasformarla in una mera agenzia per l’addestramento al lavoro”.
Per Priorità alla scuola, Cobas e Coordinamento precari/ie “occorre urgentemente invertire la rotta, con un intervento di risarcimento per i tagli decennali subiti e per un rilancio che poggi su tre obiettivi strutturali che oggi non sono solo possibili, ma anche improrogabili: 1) ridurre a 20 il numero massimo di alunn* per classe e a 15 in presenza di alunn* diversamente abili; 2) aumentare gli organici e assumere tutte le precarie e tutti i precari con concorsi per soli titoli, a partire da* docenti con 3 anni scolastici di servizio e dagli Ata con 24 mesi; 3) intervenire massicciamente nell’edilizia scolastica per avere spazi idonei ad una scuola in presenza e in sicurezza. Tre obiettivi su cui è possibile costruire un’ampia convergenza dentro e fuori dalle scuole”.
Alla manifestazione il Coordinamento precari/ie ha partecipato portando in piazza anche “Precariopoli”, ovvero “il gioco in cui più vai avanti e più torni indietro”.