Acabnews Bologna

Sciopero, blocco no war a palazzo Hercolani

Cua: “Studenti non stanno a guardare mentre i droni italiani bombardano il suolo libico”. Usi-Ait da piazza XX settembre: “La nostra arma più forte: la solidarietà fra tutte e tutti, fra i lavoratori diversi”.

18 Marzo 2016 - 16:14

Blocchi Scienze Politiche (foto twitter @CuaBologna)“La didattica è stata bloccata, stamattina, nella facoltà di Scienze Politiche”. L’annuncio è in una nota diffusa dal Collettivo Universitario Autonomo. Spiegano gli studenti: “Come i facchini del comparto logistico che dall’alba bloccano decine di magazzini e interporti italiani e come gli studenti medi e universitari francesi che in queste ore bloccano scuole e facoltà in tutto il paese per protestare contro il Jobs Act francese, detto Loi Travail (a Parigi ieri si contavano circa 30 scuole e vari dipartimenti picchettati e bloccati dagli studenti), oggi abbiamo bloccato la facoltà di Scienze Politiche. Un gesto forte e di rottura che dimostra che anche nell’università più antica del mondo gli studenti non stanno a guardare mentre i droni italiani bombardano il suolo libico, finanziati con il denaro sottratto proprio all’università e al welfare. È chiaro: un’iniziativa di questo tenore, proprio perché comporta una scelta di parte, una presa di posizione, non può trovare tutti d’accordo. Pochi studenti stamattina hanno cercato di forzare i blocchi, aizzati proprio dall’università in continuità con il clima di intimidazione e pressione verso il dissenso interno alla facoltà di Scienze Politiche che si respira in seguito alla questione Panebianco, mentre molti altri, solidarizzando con l’iniziativa, hanno deciso di non entrare in facoltà”. Ora “il picchetto si è trasferito in via Zamboni dove i blocchi proseguiranno fino alle ore 14, quando ci muoveremo per raggiungere il concentramento lanciato dai Si Cobas in piazza Maggiore per poi muoversi in corteo”. La procura, intanto, ha puntualmente fatto sapere che attende gli atti della Digos e che potrebbe procedere per violenza privata  e interruzione di pubblico servizio.

“La giornata di sciopero di oggi – scrive il Cua – si inserisce nel contesto delle 24 ore di astensione dal lavoro lanciata dal sindacato Si Cobas e altre sigle del sindacalismo di base per opporsi alla guerra in Libia promossa dal governo Renzi e alle sue politiche di austerità e precarietà: a tutti gli effetti uno sciopero politico che muove dal netto rifiuto della nuova impresa bellica italiana, combattuta come di consueto a spese nostre, mentre welfare e prestazioni sociali vengono tagliate e l’impoverimento avanza nel nostro paese. Il mondo della formazione e in particolare l’università sono immersi in questo genere di contraddizioni: la facoltà di Scienze Politiche ospita lezioni di vari professori, a partire dal recente caso di Panebianco, esplicitamente schierati su posizioni guerrafondaie e legati agli interessi delle lobby militari italiane; inoltre, il processo di precarizzazione del personale universitario che ha investito gli atenei dopo anni di riforme di orientamento neoliberale rende le nostre facoltà dei veri e propri precarifici. Perciò ribadiamo che, nonostante gli svariati tentativi del nuovo rettore Ubertini di far apparire l’Alma Mater come uno spazio neutrale in cui professare saperi astratti, l’università è un luogo in cui prendere posizione, in cui schierarsi”.

Gazebo (foto Usi)Presidio in piazza XX settembre, invece, per la sezione Usi-Ait di Bologna  “con un gazebo informativo sulle motivazioni che hanno spinto alla proclamazione di questo importante sciopero nazionale che ha coinvolto tutte le categorie del settore pubblico e privato”, come spiega il comunicato diffuso dal sindacato.

Prosegue il testo: “Oggi abbiamo deciso di scioperare contro l’Accordo di Rappresentanza Sindacale del 2014, fra i dirigenti Cgil-Cisl-Uil e i padroni di Confindustria, che ha lo scopo di escludere totalmente i sindacati e i gruppi di lavoratori che hanno deciso di non abbassare la testa. Scioperiamo contro il Jobs Act, una legge fatte per renderci sempre più precari e inermi; contro il ricatto delle differenze salariali che spezzano la solidarietà nei luoghi di lavoro, per il blocco e la cancellazione dei sistemi delle esternalizzazioni e degli appalti, solo metodi con cui sfruttare di più i lavoratori. Lottiamo e sosteniamo ogni esperienza di lotta per la redistribuzione del reddito, per il diritto all’abitare, diritto al lavoro e alla salute a prescindere dal luogo di nascita”.

Si legge in conclusione: “La realtà che vogliono farci percepire i giornali e le tv è sempre più distante dalla realtà che dobbiamo affrontare ogni giorno, la politicaprova a metterci uno contro l’altro per poterci soggiogare meglio, perquesto, oggi ancora una volta scegliamo di alzare la voce contro la politica economica e sociale del governo Renzi e dell’unione Europea. Oggi siamo stati in strada con la nostra arma più forte: la solidarietà fra tutte e tutti, fra i lavoratori diversi”.