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Sanzionato lo striscione pro Expo in piazza Maggiore [+comunicato]

In occasione del “No Monsanto Day”. Làbas: “Contro ogni speculazione”. Tpo: “Da Expo a Fico, vogliono affamare il pianeta”. Crash e Social Log, intanto, esprimono solidarietà ai facchini torinesi del Caat.

24 Maggio 2014 - 14:33

noex“Sanzionato lo striscione pubblicitario dell’Expo di Milano in piazza Maggiore”. Lo annuncia Làbas, su Facebook, spiegando che l’azione comunicativa è andata in scena stamattina, in occasione del #NoMonsantoDay, per protestare sia contro l’evento mondiale di Milano che contro la realizzazione di Fico a Bologna. “Per la sovranità alimentare- scrive Làbas- contro ogni speculazione”. Aggiunge il Tpo: “Da Expo a Fico, vogliono affamare il pianeta!”. Oltre a sanzionare il grande banner pubblicitario che campeggia su piazza Maggiore, gli attivisti hanno anche calato di fianco a questo uno striscione “No Monsanto Day”.

Che sull’economia legata all’alimentazione si giochino partite importanti, intanto, lo hanno dimostrato anche le forti tensioni scoppiate ieri al Centro agro-alimentare di Torino (Caat). Ai facchini in picchetto, duramente e ripetutamente caricati, va la solidarietà di Crash e Social Log: “La rabbia e la determinazione di chi da anni lavora come schiavo dentro i mercati torinesi, non può certo farsi spaventare da chi difende i lauti profitti delle trenta e più cooperative che gestiscono gli appalti presso il Caat con metodi da caporalato, sfruttando brutalmente i mille lavoratori per lo più migranti per pochi euro all’ora, e spesso al nero, mettendo di fatto in concorrenza gli ‘schiavi’ del centro agro-alimentare, per lucrare ancora di più su chi è costretto a vendere la propria forza lavoro sotto il ricatto del permesso di soggiorno e del Cie”.

> Il comunicato diffuso da Làbas:

Oggi gli attivisti di Làbas e del Tpo hanno sanzionato lo striscione che pubblicizza Expo di Milano, sostituendo la parola “nutrizione” con “speculazione”. A Bologna si sta attuando una grande operazione di speculazione, sempre legata ad Expo: si Tratta del F.I.Co.

Il 24 maggio anche in Italia – come in altri 52 paesi del mondo e oltre 400 città – ci mobilitiamo contro la multinazionale statunitense Monsanto, chiedendo il boicottaggio dei suoi prodotti e lo stop definitivo all’introduzione di Organismi geneticamente modificati (Ogm), pesticidi e altre sostanze agro-chimiche nocive sulle nostre tavole.

labLa Monsanto è la più grande azienda mondiale produttrice di sementi OGM che da decenni attraverso brevetti e accordi con istituzioni in tutti i continenti porta avanti un pericolosissimo processo di mercificazione e di controllo delle varietà agricole, minando la biodiversità con la diffusione di monocolture e violando la sovranità alimentare con il land grabbing.
Questa multinazionale, l’anno prossimo, finanzierà quasi completamente il padiglione USA in Expo 2015 a Milano – dove vorrebbe mostrare al mondo come continuare a “nutrire il pianeta”, con i suoi brevetti, la vendita e il controllo delle sementi OGM e quindi dei territori in cui vengono utilizzati attraverso contratti di servizi e somministrazione di prodotti chimici dedicati.

Il 24 Maggio rappresenta una tappa di visibilità per la battaglia contro gli OGM. Proprio nelle giornate #mayofsolidarity, per un Europa diversa e Ogm free, migliaia di “Organismi genuinamente mobilitati” si attivano per ribadire che non c’è più spazio per chi, come la Monsanto, spinta da meri interessi di profitto, continua ad avvelenare la nostra terra.
Bologna raccoglie l’invito al boicottaggio della grande agro-industria unendolo con la denuncia di ciò che c’è dietro Expo 2015, riassumibile nel motto “debito, cemento, precarietà, mafie e speculazione”; i giornali di queste ultime settimane sono là a dimostrarcelo. Ma, da bolognesi, vogliamo denunciare anche ciò che ci sarà dopo Expo 2015, targato ‘made in bo’: F.I.Co./Eataly World, la grande disneyland del cibo che porta con sé spettacolarizzazione del cibo e della cultura contadina, esclusione dei territori dai processi decisionali, precarietà lavorativa e molto altro ancora. Dobbiamo essere capaci, tutti e tutte, di contrastare attivamente la costruzione di questa nuova grande opera bolognese attraverso percorsi condivisi e trasversali, di contro informazione, inchiesta e monitoraggio del territorio. “La foglia di Fico” è un esempio chiaro di tutto ciò.

Per tutto questo oggi abbiamo deciso di ‘sovvertire’ e ribaltare l’effetto di senso del cartellone pubblicitario dell’Expo, per denunciare la pervasività della propaganda di Expo, fatta di retorica in stile greenwashing e volta a mascherare il solito teatrino di appalti e mazzette in pieno stile mafioso, con cui attraverso grandi eventi e grandi opere si trova sempre il modo di devastare, saccheggiare e impoverire i territori e le comunità che li vivono.

Salvaguardiamo la salute e la biodiversità dei territori: diciamo No agli Ogm, allo strapotere delle multinazionali, alla speculazione dei grandi eventi e delle grandi opere; valorizziamo e sosteniamo invece la piccola agricoltura contadina di prossimità, determiniamo la nostra sovranità alimentare e rivendichiamo con forza, all’interno dei nostri territori, il diritto della popolazione dei nostri territori alla partecipazione ai processi decisionali che riguardano il territorio stesso.

Làbas