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Santa Marta, Cub: “Difendiamo un bene comune”

Il sindacato di base interviene sul caso, sollevato da Zeroincondotta, del complesso di via Torleone di proprietà dell’Asp destinato a diventare uno studentato di lusso.

30 Novembre 2015 - 14:55

Santa Marta - © Michele LapiniDalla stampa locale leggiamo che a marzo si é chiusa l’asta (affidamento/gestione, beni immobili Asp città Bologna) e sono state aperte le buste, per la cronaca una, per l’affidamento della struttura Santa Marta, sita in strada Maggiore. La suddetta struttura è parte integrante dei beni Asp Città di Bologna. Per anni è stata una struttura per persone anziane. Negli ultimi 10 anni è stata chiusa. Come Cub-Asp, abbiamo già in passato denunciato l’abbandono della struttura e delle pendenze: denunce e contro denunce, fra gli ex proprietari Lercaro e l’azienda che doveva svolgere i lavori di ristrutturazione, mai finiti, con il rischio che l’Asp sia condannata a pagar pegno. Ancor più come Cub-Asp abbiamo da sempre puntato il dito sull’assioma: Asp = privatizzazione dei servizi e del welfare cittadino e sull’intreccio tra il pubblico e le coop (in prevalenza cattoliche).

La struttura Santa Marta sarà in un futuro prossimo, molto probabilmente, uno studentato. La vincitrice dell’asta è stata la fondazione Falciola, compagnia delle Opere di Bologna, “Cl” per capirci, Formigoni e Lupi. La fondazione è proprietaria a Bologna dello studentato “deluxe”, da migliaia di euro all’anno per la retta. Tutto ciò avverrà anche nella struttura santa Marta? Ahi noi, dobbiamo ribadire quello già ripetuto più volte, il rischio concreto di veder la privatizzazione dei servizi o di pezzi di strutture/beni dell’Asp.

La struttura poteva essere una buona opportunità di lavoro, e di risorse, per l’Asp. In una città che chiede sempre più servizi pubblici, Santa Marta poteva essere una risposta, molto diversa agli anziani in primis, ma non solo.

La risposta diversa, per la Cub: una struttura, che oltre a dare un servizio (terza età), poteva essere un terreno d’incontro (con un accordo con l’università ), fra studenti e utenti. Si poteva creare una sorta di connubio “positivo” fra anziani e studenti. Una struttura per anziani (pagando una retta, Isee): il servizio garantito dal’Asp e dal suo personale e,agli studenti che cercano un alloggio (retta in base all’Isee). Un modo/modello, per avvicinare due mondi o meglio due fasi della vita, la terza età e i giovani. Un modello di utilizzo di “un bene comune” diverso da quello seguito dall’azienda Asp e dal Comune!

Siamo consapevoli che il modello proposto non sarà seguito nè dal comune, nè dall’Asp città di Bologna. Per questo chiediamo ai lavoratori. e ai sindacati, e l’attenzione della cittadinanza, per frenare la privatizzazione di pezzi importanti del welfare della città metropolitana, VIGILIAMO. Difendiamo un bene comune, prima che sia tardi.

NO PRIVATIZZAZIONE DEI BENI E DEI SERVIZI.

“Siamo realisti, esigiamo l’impossibile”

Cub Sanità Italiana