Acabnews Bologna

“Rompiamo l’isolamento di Öcalan e del popolo curdo!” [audio]

Presidio in piazza Nettuno in solidarietà alle 7.000 persone che sono in sciopero della fame per protestare contro la detenzione inumana a cui è sottoposto Apo. I manifestanti hanno ricordato chi è caduto combattendo l’Isis (come Orsetti e Asperti) e distribuito l’inchiesta sulle imprese bolognesi che fanno affari in Turchia.

12 Maggio 2019 - 20:05

“Quello che è importante comprendere è che quando il popolo curdo chiede la fine dell’isolamento su Abdullah Öcalan, il senso è chiedere la fine dell’isolamento su un popolo”. E’ il messaggio sottolineato dal presidio che oggi, nonostante la pioggia battente, si è svolto in piazza Nettuno nell’ambito della due giorni di azione nazionale (11-12 maggio) lanciata da Rete Jin, Uiki onlus, Retekurdistan ed ex-combattenti Ypg/Ypj. Il presidio, che ha riunito numerose realtà bolognesi, si è svolto “in solidarietà con le 7.000 persone in sciopero della fame, uno sciopero iniziato il 7 novembre scorso da una donna, Leyla Guven, che poi da dicembre ha cominciato a coinvolgere circa 300 persone e da marzo le scioperanti e gli scioperanti sono arrivate/i ad essere 7.000, non solo in Turchia ma in tutto il mondo, in particolare uno in Italia e 14 a Strasburgo. Perchè questo sciopero della fame? Per chiedere la fine dell’isolamento su Öcalan e, per dirlo con le parole di Leyla Guven, nel rinchiudere  in isolamento Öcalan lo stato turco rinchiude in isolamento un popolo”, dichiara un’attivista della Rete Jin al microfono di Zeroincondotta. Durante il presidio, i manifestanti hanno ricordato chi è caduto combattendo al fianco dei curdi contro l’Isis, come Lorenzo Orsetti e Giovanni Francesco Asperti, ed hanno distribuito le copie dell’inchiesta “Rompiamo l’isolamento: è il silenzio che uccide”, che elenca e propone il boitoccaggio delle imprese operanti sul territorio bolognese che fanno affari con la Turchia.

> Ascolta l’intervista ad un’attivista della Rete Jin: