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Roma / La giunta Raggi chiude agli ex-Baobab, niente centro autogestito a Tiburtina

Tramonta l’ipotesi di affidare a costo zero un’area all’esterno della stazione alle associazioni che da anni assistono donne e uomini che non chiedono che di ripartire.

04 Gennaio 2017 - 17:56

Migranti a Tiburtina (foto Baobab Experience, novembre 2016)Resta critica la situazione dei migranti transitanti attorno alla stazione Tiburtina, dopo lo sgombero del centro Baobab prima e poi del campo di via Cupa. I volontari mantengono in questi mesi di gelo una presenza in piazzale Spadolini  e sono stati per cinque mesi in trattativa con il Comune per una soluzione dignitosa, ma giovedì 29 dicembre “si è definitivamente interrotto il tavolo con il Dipartimento delle Politiche Sociali del Comune di Roma – si legge sul sito Baobab Experience -il bilancio non è positivo: nessuna delle richieste delle associazioni presenti, risultato di un’esperienza decennale sul campo a contatto diretto con l”emergenza’ migratoria, è stata ascoltata”.

Prosegue il post: “Dopo l’improvvisa battuta di arresto di settembre scorso, quando sembrava che la realizzazione di una tensostruttura per l’accoglienza dovesse essere imminente e che avrebbe di poco anticipato l’apertura di un centro stabile, strutturato, gestito insieme alle associazioni stesse, non è stato semplice rinnovare la fiducia e riprendere il dialogo. Alla ripresa del tavolo, a novembre, le proposte presentate erano già molto ridimensionate, pensate per essere facilmente attuabili: l’idea su cui si è lavorato nei due incontri successivi è stata quella di allestire un presidio umanitario di prima accoglienza gestito da Baobab Experience, MEDU, Intersos e dalla rete legale (Cir, A Buon Diritto, Action e Radicali) in collaborazione con l’amministrazione capitolina, in un parcheggio inutilizzato e fin troppo nascosto, che offrisse ai migranti in arrivo un pasto caldo, un po’ di refrigerio, degli abiti puliti, un primo accertamento delle condizioni psicofisiche e una prima informativa legale. Con l’ausilio di mediatori e a costo zero per la città di Roma”.

Tuttavia, “a ciò è seguito, nuovamente, un improvviso cambio di rotta: nessun presidio umanitario, ma una vettura con due operatori per qualche ora al giorno, per indirizzare gli stessi migranti a posti letto non disponibili, perché i centri sono già stracolmi. Nessuna disponibilità ne’ a Roma ne’ in Provincia, perché per liberare, alla fine di Novembre, dalla sera alla mattina, i novanta posti al Presidio della Croce Rossa di via del Frantoio”, che ha accolto alcune decine di migranti transitanti, “gli ospiti sono stati dislocati persino a Rocca Priora, Anzio e Nettuno, ovunque ci fosse un letto libero. E, a dispetto di quanto sostenuto dalla Raggi, sono ancora in moltissimi a dormire all’addiaccio”. I volontari contano “un centinaio ogni sera a via Marsala”, lungo il perimetro della stazione Termini, “e innumerevoli sotto i cavalcavia”, mentre “in 250” vivono “nelle tende della Croce Rossa di via Ramazzini”.

“Per non parlare di quanto accadrà a marzo – conclude Baobab Experience – quando gli sbarchi riprenderanno a pieno ritmo, e non ci sarà più il campo informale di via Cupa a fare da tampone. Scomodo, ma pur sempre salvifico. Perché ancora una volta Roma arriverà impreparata ad un appuntamento che si rinnova ogni anno, con modalità sempre più drammatiche”.