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Rimini / “Oltre 500 persone alla Marcia contro lo sfruttamento”

Tra le azioni simboliche svolte durante la manifestazione, racconta ‘Dalle Radici alle Stelle’, una è stata effettuata sotto la ruota panoramica lanciandosi dalla quale un 32enne si era suicidato pochi giorni prima: “La città non è stata in grado di fermare l’attrazione turistica presente neanche per un giorno”.

08 Agosto 2019 - 12:53

“Oltre 500 persone hanno animato la Marcia per i diritti umani contro il Lavoro Gravemente Sfruttato, promossa da ‘Dalle Radici alle Stelle’ uno spazio comune innovativo che ha trasformato le differenze delle singole realtà promotrici (dai movimenti alle associazioni femministe e antirazziste, sindacali, del mondo della cooperazione e del sociale) in sinergia e strumento per una presa di posizione ferma e determinata contro il Lavoro Gravemente Sfruttato”. Così gli organizzatori raccontano la manifestazione che si è svolta due giorni fa a Rimini. “Una Marcia- continuano- non solo per ricordare i 16 braccianti uccisi nelle stragi di Foggia avvenute il 4 e il 6 agosto 2018, nelle quali restarono stritolati tra le lamiere dei furgoni che li trasportava nei campi di pomodori e fra loro anche Bafode, Ebere e Romanus, 3 ragazzi accolti nei Cas del territorio di Rimini – ma anche per tutte gli e le sfruttati. Decine gli interventi che si sono susseguiti dal sound che hanno restituito anche mediante le testimonianze dirette dei lavoratori e delle lavoratrici stessi, interventi animati dalla complessità e dalla ricchezza delle riflessioni delle diverse soggettività che hanno costruito questa mobilitazione, tutte nate dalla consapevolezza dell’importanza di cogliere il nesso e l’intersezione presente tra i tanti dispositivi attraverso i quali si esprime il Lavoro Gravemente Sfruttato, nel lavoro di cura tanto in quello sociale, nel lavoro nel turismo quanto nella logistica, sulla base del genere, della provenienza delle persone e del colore della loro pelle, come premessa da cui partire per poter immaginare e costruire un futuro degno è possibile per tutti e tutte”.

Gli organizzatori, poi, spiegano che “durante la Marcia ci sono state anche delle azioni simboliche che hanno visto l’affissione di alcuni striscioni presso luoghi significativi del percorso. Per ribadire quanto il tema del Lavoro Gravemente Sfruttato sia strettamente collegato con la necessità di ripensare un modello di sviluppo e produttivo sostenibile anche da un punto di vista ambientale. Per sottolineare come anche nelle strutture alberghiere e ricettive considerate delle eccellenze dell’offerta turistica i/le lavoratori/trici siano pagati 3,50 euro all’ora senza il rispetto del giorno di riposo previsto dal CCNL del settore. L’ultimo striscione, posizionato sotto la ruota panoramica, è stato dedicato a Miles, ragazzo 32enne che la scorsa settimana ha deciso di suicidarsi lanciandosi dalla ruota. Di fronte ad una città che non è stata in grado di fermare l’attrazione turistica presente al porto neanche per un giorno, è la Marcia stessa a volerlo ricordare con un monito chiaro e forte: la città che vogliamo è quella che pone la vita delle persone prima dei profitti. Un altro momento molto significativo e toccante è stata l’importante testimonianza di uno dei due superstiti della strage del 6 agosto 2018, Alagie Saho, che ha ripercorso i momenti dell’incidente ma soprattutto le condizioni di sfruttamento a cui sono soggetti tantissimi migranti, vittime del caporalato e del ricatto che li lega al possedimento di un contratto di lavoro per rinnovare il proprio documento. La Marcia si è conclusa con il flashmob di Mio Fratello Muore in Mare, che con cadenza settimanale da maggio si organizza in vari punti della città per ricordare e non cancellare le migliaia di morti a causa delle frontiere. Dopo la partecipatissima giornata di ieri (martedì, ndr) nuovo compito e obiettivo delle tante realtà sarà quello di proseguire e tenere vivo lo spazio comune di ‘Dalle Radici alle Stelle’ affinché la Marcia sia stata solo l’inizio di un percorso istituente che si ponga l’obiettivo della costruzione di una piattaforma di rivendicazione comune. Per restituire alle persone diritti e dignità. Per costruire una società aperta, libera da sfruttamento, sessismo, razzismo e disumanizzazione”.