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Rifugiati, “soluzione è modello ex Merlani” [foto]

L’associazione Freedom and Justice dopo lo sgombero di ieri a Villa Aldini: “Il Comune trovi subito un altro stabile da autogestire”. Pubblichiamo, inoltre, le foto scattate ieri da Chiara Tolomelli durante l’intervento della Polizia.

29 Agosto 2013 - 17:37

> Le fotografie  (© Chiara Tolomelli) dello sgombero di Villa Aldini:

http://www.flickr.com/photos/zicphoto/sets/72157635279263318/show/

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Ieri, 28 agosto, ha avuto luogo lo sgombero coatto della struttura denominata “Villa Aldini”, fino a quel momento occupata senza titolo dai rifugiati ex ENA che non possono essere ospitati nelle “ex scuole Merlani”.

L’operazione, effettuata congiuntamente da Polizia e Carabinieri, alla presenza di diversi funzionari del Comune di Bologna, ha avuto inizio alle 8 del mattino e si è conclusa attorno alle ore 16. In merito, l’associazione di rifugiati Freedom and Justice e tutto il comitato di gestione delle “ex scuole Merlani” dichiarano quanto segue:

Lo sgombero di ieri ha mostrato tutti i limiti delle politiche di accoglienza che il Governo italiano e il Comune di Bologna sono in grado di mettere in campo nei confronti di una situazione che, da emergenza, si sta trasformando in vero e proprio dramma per centinaia di persone. I due tentativi di suicidio attuati nel corso delle operazioni, e i ricoveri ospedalieri che ne sono conseguiti, sono più eloquenti di qualsiasi parola. Il dolore, la disperazione tangibile che questi gesti mostrano evidenzia tutta la vuota retorica delle parole spese da Papa Bergoglio a Lampedusa e, più recentemente, da Giorgio Napolitano. L’Italia, asservita a politiche comunitarie profondamente inadeguate, non è assolutamente in grado di gestire un dramma che quotidianamente cresce in dimensioni e complessità.

A Bologna la situazione non è più semplice e ci spaventa il livello di indifferenza che le istituzioni stanno mostrando. Dei circa 200 rifugiati presenti sul territorio durante il percorso Ena, solo i 51 ospitati nelle nostra struttura hanno qualche possibilità di futuro. Dei venti che fino a ieri abitavano a Villa Aldini (dove molti avevano regolare residenza anagrafica) solo una decina ha trovato ospitalità presso le strutture assistenziali, ma solo per 14 giorni. Per gli altri (tutti senza alcuna forma di reddito) c’è solo la strada.

Bisogna tener presente inoltre che, tra ottobre e novembre, allo scadere dei permessi di soggiorno, circa 130 rifugiati, attualmente non presenti sul territorio cittadino, saranno costretti a tornare in città. Ricordiamo che la maggior parte di queste persone non può tornare nelle terre d’origine e, a causa del regolamento denominato Dublino II, nemmeno uscire dal territorio nazionale per cercare lavoro. Cosa faranno tutte queste persone una volta tornate in città? Come sopravvivranno? Dove abiteranno? Come sarà gestita la loro presenza sul territorio in termine di ordine pubblico? Quanto tutto questo inciderà sul bilancio comunale e su un assessorato (servizi sociali) già allo stremo?

Riteniamo che l’esperimento in corso alle ex Scuole Merlani possa rappresentare una soluzione e chiediamo che esso venga immediatamente replicato. Dare un tetto ai rifugiati non risolve tutti i loro problemi, ma è di sicuro un punto dal quale partire. Esso non costa nulla alla comunità bolognese ed evita pesanti conseguenze alla gestione dell’ordine pubblico in città.

Chiediamo che il Comune di Bologna si impegni da subito a individuare un nuovo stabile da assegnare in autogestione ai rifugiati.

Chiediamo un impegno immediato del Governo italiano per il superamento della Dublino II e per l’attuazione di una normativa efficace che garantisca diritti e dignità alle migliaia di rifugiati presenti sul territorio nazionale e alle centinaia che, quotidianamente, continuano ad arrivare sulle nostre coste.

Sabato 31 agosto, alle ore 12, terremo una conferenza stampa presso le ex Scuole Merlani in via Siepelunga 66.

Freedom and Justice