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Rifugiati in piazza: “Discriminati da Prefettura e Questura” [foto+audio]

Stamattina manifestazione in piazza Roosevelt, promossa da Coordinamenti Migranti e Coordinamento Eritrea democratica, in vista del primo marzo. Ottenuto un incontro per la prossima settimana.

20 Febbraio 2016 - 17:50

(Presidio Migranti - © Michele Lapini)Presidio dei rifugiati e dei migranti questa mattina in piazza Roosevelt, davanti alla sede della Prefettura, per chiedere il riconoscimento dei diritti e dello status di rifugiati politici per molte persone che vivono nell’assenza di legittimazione, quando non addirittura di rifiuto, della propria condizione in Italia. Condizione difficile e dolorosa, perché dettata dalla necessità di abbandonare i propri paesi d’origine, e resa ancora più aspra dalla risposta delle istituzioni italiane: infatti i rifugiati sono costretti a dimostrare costantemente di essere “idonei” ai pochi diritti che vengono loro riconosciuti, e le loro storie sono valutate da commissioni che hanno spesso scarsissima conoscenza delle vicende dei paesi da cui provengono.

 

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Le questioni più urgenti sulle quali è stato posto l’accento sono: la fine della pretesa, da parte della Questura, che i rifugiati si rechino presso le ambasciate dei Paesi di provenienza per l’ottenimento di permessi; la richiesta che la prefettura informi gli interessati sulla possibilità di presentare dichiarazioni sostitutive per i documenti necessari per la domanda di cittadinanza; un intervento sulla situazione degradante che si è prodotta presso l’ufficio immigrazione di via Bovi Campeggi, dove i migranti sono spesso costretti a lunghe code anche di notte e al freddo.

In particolare questa mattina è stata denunciata la situazione degli eritrei a Bologna, costretti dalla Questura a ritirare il proprio passaporto presso l’ambasciata eritrea, che sistematicamente lo nega o lo concede solo dopo una dichiarazione di colpevolezza nella quale i rifugiati devono confessare di aver commesso un reato contro il proprio paese, consentendo così al governo eritreo di prelevare una tassa mensile pari al 2% del loro reddito in maniera del tutto arbitraria.

Un presidio quindi per smascherare l’ipocrisia delle istituzioni che, nel concedere lo status di asilo politico, non smettono di legittimare la dittatura eritrea da cui queste donne e uomini sono fuggiti; ma anche in solidarietà a tutti i migranti e rifugiati che sono costretti a vivere situazioni simili a questa, come accade anche ad etiopi, maliani e ivoriani.

L’appuntamento di questa mattina, promosso dal Coordinamento Migranti e dal Coordinamento Eritrea democratica, si è svolto contemporaneamente presso le prefetture di Bologna e Milano, per pretendere risposte e reclamare il diritto ad una vita senza muri e senza abusi. E’ stato inoltre rilanciato l’appello per scendere in piazza il primo marzo, a Bologna e in tutta Europa, per una giornata di mobilitazione ribattezzata “24h senza di noi”, una giornata dei e con i migranti, per l’uguaglianza di tutti i lavoratori, contro coloro che sfruttano il lavoro dei migranti e che vorrebbero impedirne la libertà di movimento e la garanzia di diritti.

Al termine della manifestazione, il Coordinamento Migranti fa sapere: “La Prefettura ha dato disponibilità per un incontro la prossima settimana. È inaccettabile che dopo essere fuggiti da dittature e guerre, Prefettura e Questura ci rimandino alle nostre ambasciate! Vogliamo risposte subito. E torneremo a chiederle il primo marzo in piazza Nettuno. Il movimento dei migranti non si ferma!”.

> Ascolta l’intervista a Roberta del Coordinamento Migranti:

 

cAll’appello per il primo marzo lanciato dal Coordinamento Migranti aderiscono, finora: Associazione Lavoratori Marocchini in Italia (Almi), Associazione senegalese Cheikh Anta Diop (Bologna), Associazione senegalese Rimini, Cobas Bologna, Connessioni Precarie, Coordinamento Eritrea Democratica, Coordinamento Migranti, Forlì Città Aperta, Laboratorio Smaschieramenti, Lavoro Insubordinato, On The Move, Scuola Aprimondo, Scuola di Italiano con i Migranti, Unione Sindacale Italiana (Usi). Dall’appello: “Contro il razzismo del governo e dell’Europa, contro i confini e la precarizzazione, invitiamo migranti, rifugiati, lavoratori e lavoratrici precarie, operai a manifestare insieme il primo marzo dalle ore 17 in piazza del Nettuno, a Bologna. La giornata del primo marzo, lanciata dalla pittaforma dello sciopero sociale transnazionale, vedrà scendere in piazza diverse città in tutta Europa con lo slogan ’24h senza di noi’: dalla Polonia alla Francia, dalla Germania alla Svezia, dal Regno Unito all’Italia, fino ai paesi lungo la rotta dei Balcani. Saremo in piazza anche a Bologna per iniziare a riprenderci l’idea dello sciopero migrante ed estenderla ad altre figure sociali che stanno subendo oggi l’austerità e il regime dei confini, perché solo creando un fronte sociale ampio possiamo avere la forza di combattere per i nostri diritti”.

Lo stesso appuntamento è rilanciato anche da un “appello operaio per il primo marzo”, firmato da oltre 30 delegati  e dirigenti sindacali: “In questi anni i migranti hanno portato avanti con coraggio importanti lotte sul salario e contro lo sfruttamento da cui tutti noi dobbiamo prendere esempio. Contro chi ci vuole dividere, dobbiamo richiamare invece l’esperienza di quelle lotte a cui unire le nostre. È tempo di una voce comune contro chiunque voglia metterci gli uni contro gli altri per sfruttarci meglio. Non possiamo più accettare questo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per nessuno! In tutta Europa il primo marzo sarà una giornata di scioperi, manifestazioni e azioni coordinate dei lavoratori migranti e non, contro i confini e la precarizzazione. Il primo marzo è la nostra occasione per far sentire una voce comune, è il momento di dimostrare che non abbiamo paura dei migranti, è il momento di non avere paura dell’uguaglianza. Noi staremo dalla parte di chi al di là del colore della pelle e della provenienza è solo un lavoratore come noi”.