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Riders Union: “La tutela dei diritti non va in vacanza”

Tre aggiornamenti sulle vertenze dei ciclofattorini bolognesi: un giudice si esprime nuovamente a favore di un rider Deliveroo, l’azienda “responsabile di non aver distribuito i dispositivi di protezione individuale”; 7000 euro di indennizzo a lavoratore di Domino’s Pizza cui l’azienda non riconobbe “diverse voci retributive”; depositate “due cause per la riqualificazione del contratto di lavoro”.

18 Agosto 2020 - 16:02

“La nostra attività di tutela dei diritti dei riders non è andata in quarantena ieri e non va in vacanza oggi. Diversamente non potrebbe essere, in un contesto dove veniamo considerati essenziali senza che le piattaforme ci riconoscano i nostri diritti”. Sono le prime parole di un post pubblicato su Facebook da Riders Union Bologna nei giorni scorsi. Tre gli “aggiornamenti importanti” diffusi dai ciclofattorini in riferimento al contesto bolognese: il primo riguarda la notizia del “nostro ricorso in tribunale contro Deliveroo, che aveva stabilito che la multinazionale era responsabile di non aver distribuito ai riders i dispositivi di protezione individuale (mascherine, gel, guanti) necessari a lavorare in sicurezza. Il giudice si è espresso nuovamente in favore del rider respingendo il reclamo di Deliveroo e ribadendo che l’azienda era nel torto e che avevamo ragione noi, che denunciavamo il cinismo di chi era interessato solo al proprio profitto e non ai diritti e alla sicurezza dei riders. Continueremo a tenere alta la guardia su questo fronte”.

La seconda notizia riguarda il caso di un rider che, “all’epoca lavoratore di Domino’s Pizza, si era rivolto a noi per fare fronte a una serie di problemi: l’azienda lo pagava meno di quanto prevedeva il contratto e non riconosceva diverse voci retributive, tra cui la maggiorazione per il lavoro festivo e quella per le condizioni atmosferiche di pioggia e maltempo (come tra l’altro stabilito dalla Carta di Bologna, sottoscritta anche da Domino’s). Con il supporto dei nostri legali abbiamo chiesto conto all’azienda di ciò. Dopo mesi di controversie e anche di ritardi dovuti all’emergenza sanitaria, la piattaforma ha ceduto e riconoscerà al lavoratore 7.000 euro come indennizzo risarcitorio. Una buona notizia, che ci ricorda che organizzarsi contro i soprusi non solo è possibile, ma paga”. Infine, il terzo aggiornamento diffuso dai ciclofattorini: “Abbiamo depositato due cause per la riqualificazione del contratto di lavoro. Non siamo lavoratori autonomi, basta con questa ingiustificata evasione delle regole del lavoro subordinato e negazione dei nostri diritti. I due riders, rispettivamente lavoratori di Deliveroo e Just Eat, chiederanno conto! La battaglia per il riconoscimento delle tutele, che a Bologna portiamo avanti da oramai tre anni, non si ferma. C’è ancora molta strada da fare, ma noi non molleremo! #maipiùconsegnesenzadiritti”.