Ieri corteo e presidio dei fattorini. Bloccati i tablet per le ordinazioni della piattaforma che ha introdotto il cottimo e che continua a “non rispondere nel merito”. RuB: Non lavoriamo ma marciamo “per mettere fine all’economia on demand della precarietà”.
“Altissima adesione alla giornata di mobilitazione contro il peggioramento delle condizioni di lavoro e per la mancata risposta dell’azienda alla nostra richiesta di incontro”. Lo ha scritto ieri sera Riders Union, tirando le somme della serata di agitazione dei fattorini di Glovo, colpiti nelle scorse settimane dal “peggioramento unilaterale delle condizioni di lavoro” da parte dell’azienda, che ha abolito la retribuzione minima per i lavoratori. Ieri “dopo un corteo per le vie del centro, c’è stato un doppio presidio davanti ai McDonald’s che ha costretto i locali a spegnere i tablet da cui ricevono gli ordini di Glovo e quindi a sospendere il servizio. Un grande risultato. Non ci fermeremo finché non avremo risposte! Oggi abbiamo dimostrato che possiamo esercitare una forte pressione non solo contro Glovo, ma anche contro le grandi catene che si avvantaggiano del lavoro di riders privi di tutele e diritti. Non un passo indietro!”.
Poco prima dell’ora di cena – momento di grande attività per le consegne a domicilio, nel mezzo del weekend – i riders avevano scritto: “Abbiamo organizzato nei giorni scorsi uno sciopero partecipatissimo. Non ricevendo riscontri – richiesti anche dal Comune di Bologna – dalla piattaforma, abbiamo così deciso di occupare lo sportello riders lunedì scorso. L’azienda continuava a non rispondere nel merito. Abbiamo così mandato un’ulteriore mail con una richiesta di incontro chiedendo una risposta entro 48 ore. Nonostante fossimo stati rassicurati in tal senso, il silenzio di Glovo è rimasto. Glaciale, come le nostre condizioni di precari privi di ogni diritto, di ogni tutela – esposti alla cinica freddezza del cottimo, del ranking, dell’algoritmo, di un lavoro comandato troppo e pagato troppo poco. Di fronte all’estremismo padronale di Glovo nel difendere lo sfruttamento, non potevamo perciò fermarci. Anche oggi, nonostante la pioggia, siamo scesi in strada. Bici e motorini sfidano le avversità, che sono un po’ come le avversità che affrontiamo nel consegnare ogni giorno senza assicurazione e con tanto rischio. Oggi i riders di Glovo non lavorano ma marciano nuovamente per mettere fine all’economia on demand della precarietà e del cottimo. Nelle strade della nostra città, nostro luogo di lavoro ma anche di incontro e riconoscimento reciproco, l’ultima parola la avremo noi. Perché ci spetta e perché così è giusto. Avanti riders!”.