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“Riapriremo il 36”, un altro grande corteo [foto+video]

Non cala la mobilitazione degli universitari, che oggi hanno bloccato per ore viali e vie del centro, gridando la propria rabbia contro vertici d’ateneo, Comune e polizia. Azioni di solidarietà in molte città.

16 Febbraio 2017 - 20:35

Per la quinta volta in otto giorni, zona universitaria, “T” e viali sono stati percorsi da una manifestazione di diverse centinaia di studenti, uniti contro i tornelli al 36 e contro le violenze della polizia.

Intorno alle 16.30, mentre arrivava notizia di azioni di solidarietà da varie città tra cui Roma, Torino, Napoli, Palermo, Catania, Firenze, Lucca, Pisa, Venezia, Padova, Cosenza e perfino Nantes, il corteo è partito da piazza Verdi, passando davanti alla biblioteca al grido di “Riapertura, riapertura” e “36 libero”. Al megafono: “Chiediamo l’immediata riaperture del 36, per continuare a studiare, ad aver cura delle nostre relazioni sociali e per sisstemare lo scempio fatto dalla celere. Quel posto è un luogo in cui si pensa un altra città possibile, un altro modo di intendere le relazioni. Noi abbiamo difeso i lavoratori della biblioteca, quando erano sottopagati. Non accettiamo la guerra fra poveri a cui vorrebbero portarci. Sappiamo cos’è la crisi, lo sappiamo sulla nostra pelle. Se fossimo stati figli di papà i libri che leggiamo al 36 ce li saremmo comprati”.

Davanti alla mensa universitaria, l’occasione per replicare alla Procura che ha chiesto misure cautelari per diversi studenti: “Che venissero a prenderci, questo movimento non si deve fare intimidire da una criminalizzazione ingiusta. Ci hanno detto che in mensa abbiamo compiuto un estorsione. Se reclamare diritti è estorsione, allora siamo tutti estorsori. A Bologna l’associazione a delinquere sono Merola, Coccia e Ubertini”. Oggi, peraltro, erano tutti e tre in Prefettura a discutere di zona universitaria con il procuratore capo e i vertici locali delle forze di polizia.

Il rettore, dal canto suo, ha detto che sui fatti di queste settimane riferirà il 21 febbraio in Senato Accademico, e che fino a quel giorno non rilascerà dichiarazioni né parteciperà a iniziative pubbliche. Nel breve termine, a quanto si apprende, non dovrebbero essere in vista sanzioni disciplinari per gli studenti coinvolti nelle proteste.

Dopo la sosta in piazza Puntoni, i manifestanti hanno poi raggiunto porta San Donato e imboccato via Irnerio, per poi svoltare a sorpresa in via del Borgo di San Pietro andando a occupare una carreggiata di viale Mazzini, bloccando il traffico.

Si sono poi mossi lungo viale Pietramellara, passando davanti alla Stazione, imboccando prima via Amendola e via dei Mille, tornando in via Irnerio e raggiungendo infine porta San Vitale, per un nuovo blocco del traffico e per rientrare in centro puntando Torri e piazza Maggiore.

“In piazza siamo più di 2.000”, dicono gli studenti, richiedendo con numerosi cori la liberazione dei due ragazzi ai domiciliari e invocando ancora le dimissioni del rettore Ubertini e del questore Coccia.

Ce ne è ancora per l’amministrazione Merola: “Se non ve ne andate voi, vi cacciamo noi a calci” è lo slogan intonato sotto Palazzo d’Accursio. “Il Pd odia i giovani”, si aggiunge al megafono. I mezzi dei Carabinieri schierati in piazza Nettuno se ne vanno subito e in tutta fretta, suscitando l’esultanza dei manifestanti.

Interviene una ragazza: “Rifiutiamo il discorso securitario, le strade sicure le fanno le donne che le attraversano. Oggi siamo qua a difendere il diritto di studiare in biblioteca, domani difenderemo Xm24“.

Infine, il corteo ha fatto ritorno in zona universitaria, terminando nuovamente davanti al “36” (ancora chiuso) non prima di aver battuto a lungo le mani sul portone urlando ancora: “Riapertura, riapertura”. Mentre scriviamo, in un’aula della scuola di Lettere all’adiacente civico 38 sta iniziando un iniziativa promossa dal Cua con Davide Grasso, tornato in Italia dopo mesi trascorsi in Rojava combattendo lo Stato islamico nelle file delle Ypg, le Unità di protezione del popolo.

> Fotogallery e video del nostro inviato:

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