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Riapre la scuola: “Indispensabile mobilitarsi”

Un’assemblea cittadina riunitasi al Copernico denuncia tra i vari temi “lo svilimento, materiale e simbolico, del ruolo e della dignità sociale della scuola, di chi vi studia e lavora, da parte di quelle istituzioni che dovrebbero sostenerli; il persistere delle classi pollaio da 30 e più alunni, regolarmente minimizzato o addirittura negato dal ministero”.

16 Settembre 2022 - 17:45

Due giorni fa, “accogliendo l’appello lanciato dai docenti e dal personale Ata del Liceo Copernico, si è ritrovata nell’auditorium della scuola l’assemblea cittadina che ha visto la partecipazione di soggetti diversi – genitori, studenti, lavoratori della scuola, organizzazioni sindacali, associazioni, singoli cittadini – per avviare un percorso di analisi critica della situazione creata dalle politiche scolastiche degli ultimi anni”, riferisce un comunicato diffuso dopo l’assemblea e inviato a Zic. “Ad un giorno dall’inizio del nuovo anno scolastico, sono emerse le tante criticità delle scuole di Bologna, come di tutta Italia- continua il comunicato- che l’assemblea intende proporre al dibattito pubblico, nell’intento di coinvolgere settori sempre più ampi di una società che da queste problematiche è condizionata, e dunque coinvolta. Denunciamo una costante riduzione di risorse, in termini di personale e di finanziamenti, unita a un complesso di norme imposte autoritariamente abusando dello strumento dei decreti legge e scavalcando le parti sociali, di cui l’ultimo esempio è la l. 79/22 (che istituisce la c.d. ‘scuola di alta formazione’, finanziata col taglio di altre risorse), norme intese a gerarchizzare per dividere (a fronte di compensi risibili) e stravolgere in senso falsamente modernizzante l’intero sistema scolastico”.

Più in dettaglio, l’assemblea “denuncia lo svilimento, materiale e simbolico, del ruolo e della dignità sociale della scuola, di chi vi studia e lavora, da parte di quelle istituzioni che dovrebbero sostenerli; il persistere delle classi pollaio da 30 e più alunni, regolarmente minimizzato o addirittura negato dal ministero, ma che è il frutto di anni di tagli ai bilanci della scuola; l’inadeguatezza strutturale di molte scuole rispetto ai più comuni parametri di sicurezza, nonostante le promesse fatte durante la pandemia; la costante riduzione del personale (ultimi esempi, il previsto taglio di quasi 10.000 cattedre, l’abolizione del cosiddetto ‘organico covid’, unica risorsa che finora ha permesso di prevenire il blocco delle scuole del territorio, il taglio del personale Ata, da cui consegue fra l’altro l’impossibilità di garantire la sorveglianza negli istituti); l’indebita e crescente burocratizzazione del lavoro dei docenti, che va a scapito della didattica; il mancato adeguamento dei salari a fronte del costante aumento dei carichi di lavoro; il mancato impiego dei fondi del Pnrr per le reali esigenze della scuola”.

Così si conclude il comunicato: “A fronte di una situazione di tale criticità, e del rifiuto a confrontarsi seriamente e costruttivamente su di essa da parte di un ministro i cui interventi pubblici si limitano ad una propaganda autocelebrativa e mistificatoria, l’assemblea ritiene indispensabile mettere in campo una mobilitazione che coinvolga docenti, genitori e studenti. È quindi unanimemente approvato l’obiettivo della costruzione di una rete fra scuole e territori, con assemblee negli istituti della provincia, in vista di una mobilitazione e di iniziative di lotta coordinate ed estese. A tale scopo è creata, quale primo strumento di coordinamento, una mailing list, alla quale tutti e tutte coloro che hanno a cuore il bene comune sono invitati ad aggiungersi”.