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Rete lotte ambientali: “Nuovo Piano urbanistico? Non ci fidiamo!”

Ieri il Consiglio comunale ha approvato il Pug, davanti al Comune il presidio delle associazioni ambientaliste: “Il documento non assicura che alle parole seguano i fatti, essendo la maggior parte delle enunciazioni ancorate al piano evocativo e simbolico. Ciò che rimane di reale, purtroppo, sono i progetti che da anni contestiamo”.

08 Dicembre 2020 - 16:59

“Non ci fidiamo”. Cartello dopo cartello, è il messaggio composto ieri sul Crescentone mentre in Consiglio comunale si discuteva l’adozione del Piano urbanistico generale. In piazza la Rete delle lotte ambientali bolognesi: Ex Caserma Mazzoni Bene Comune, CampiAperti, Utr Ecologia Politica, Vogliamo Pane non oil, Legambiente, Làbas, Salvaiciclisti, Aria Pesa, Extinction Rebellion, Rigenerazione No Speculazione, Fridays For Future, Amo Bologna, Camilla.

Il Pug “essendo un piano ‘strategico’, figlio della discussa legge regionale 24 del 2017- sottolinea la Rete- non definisce diritti edificatori ed è redatto in forma ideogrammatica. Questa scelta che avrebbe dovuto favorire la comprensibilità dello strumento e la partecipazione dei cittadini alla stesura, ci sembra invece abbia aumentato la distanza con le istituzioni. Le sole 170 osservazioni stanno a mostrare infatti una cifra molto bassa rispetto, ad esempio, alle 1.500 del Pums. Nel Pug ci sono comunque alcune novità, rispetto alla mobilità sostenibile, alla lotta ai cambiamenti climatici, l’attenzione al consumo di suolo, alla rigenerazione urbana; ma c’è anche un’eccessiva attenzione alla previsioni preesistenti non riconsiderate, in particolare per l’edilizia residenziale. Manca una politica per le aree ex militari, delle quali la sbandierata ‘restituzione alla città’ si tramuterà, in interventi speculativi (vedi ex Mazzoni) o in colossali interventi di rigenerazione urbana in zone strategiche della città. Del resto, il Pug assume le previsioni del Poc del 2016. E qui ci si ferma. Non si comprende come tutte le dichiarazioni di principio, soprattutto in una visione di città verde, potranno essere concretamente realizzati perché una parte ‘attuativa’ non c’è. Ci sono alcuni strumenti: gli Accordi Operativi e il loro risvolto pubblico, cioè i piani attuativi di iniziativa pubblica, ma non si capisce di cosa non prefigurando il Pug, come già detto, diritti edificatori. È dunque lecito aspettarsi una ripresa di pratiche negoziali tra pubblico e privato, come si fa da decenni a Bologna”.

In ultima analisi, “ancora una volta- continua il comunicato- ci troviamo di fronte ad un documento che non assicura che alle parole seguano i fatti, essendo la maggior parte delle enunciazioni ancorate al piano evocativo e simbolico. Ciò che rimane di reale, purtroppo, sono i progetti che da anni contestiamo e che abbiamo portato in piazza anche il 17 ottobre alla ‘Manifestazione per una rivoluzione ambientale‘: la speculazione ai Prati di Caprara e alle ex caserme di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, i disboscamenti come quelli in atto al Lazzaretto, la costruzione di sette nuovi distributori di carburante su terreni agricoli di pregio, il Passante autostradale giusto per citarne alcuni. Per questi motivi aspettiamo una forte discontinuità su questi temi dalla prossima amministrazione comunale”.