Acabnews Bologna

Referendum, “si riparte da 50.000” [comunicati]

Diversi commenti al risultato del referendum contro i finanziamenti comunali alle scuole private, che si è svolto ieri, vinto con il 59% delle preferenze.

27 Maggio 2013 - 11:43

Pubblichiamo diversi comunicati diffusi una volta diffusi i risultati definitivi del referendum che, ieri, ha sancito la vittoria della A e quindi una bocciatura del sistema attraverso il quale il Comune di Bologna eroga finanziamenti annuali alle scuole materne private. Commenti che seguono le prime dichiarazioni rilasciate, a caldo, dal comitato referendario Articolo 33.

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A Bologna si riparte da 50.000

E così l’esercito di Serse è stato battuto. Cinquantamila bolognesi (59%) hanno risposto alla chiamata dei referendari e hanno votato A, contro circa 35.000 che hanno votato B (41%).

In totale poco più del 28% degli elettori. Una percentuale che a botta calda consente ai sostenitori della B, il Partito Democratico in testa a tutti, di provare a sminuire la valenza del voto e di spingersi a dire che “si è trattato di una battaglia ideologica che non interessa la gran parte dei cittadini. I bolognesi hanno capito che la sussidiarietà è la chiave di volta laddove lo Stato non riesce ad arrivare” (E. Patriarca). Come a dire: non è successo niente, tireremo diritto.

Invece qualcosa è successo, per quanto possano fare i finti tonti. Il PD infatti non ha sostenuto la linea dell’astensione, ha fatto l’opposto, ha mosso le corazzate e l’artiglieria pesante per mandare la gente a votare B. Si è speso il Sindaco in prima persona (che ha mandato una lettera a casa dei bolognesi per invitarli a votare B, e ha fatto un tour propagandistico per tutti i quartieri), gli assessori, il partito locale, i parlamentari da Roma… Ai quali si è aggiunta la propaganda nelle parrocchie, quella del PdL, della Lega Nord, di Scelta Civica, e gli endorsement di Bagnasco, di Prodi, di Renzi, di due ministri della repubblica, più le dichiarazioni di Ascom, Unindustria e del CNA.

Questa santa alleanza contro i perfidi referendari ideologici è riuscita a muovere soltanto 35.000 persone (incluse le suore, le prime a presentarsi ai seggi ieri mattina). Significa che una buona parte dell’elettorato di quei partiti e dei fedeli cattolici, ha disobbedito agli ordini di scuderia ed è rimasta a casa oppure ha votato A.

Invece un comitato di trenta volontari, appoggiato solo da un paio di partiti minori e qualche categoria sindacale, che ha raccolto l’appoggio di tutti gli ultimi intellettuali e artisti di sinistra rimasti in Italia, ha portato a votare quindicimila persone in più.

Questo dato politico è il più interessante e pesante.

Da un lato perché significa che il tema della riaffermazione del primato della scuola pubblica rompe gli schieramenti, i vincoli d’obbedienza, le usuratissime cinghie di trasmissione, e allude a una sinistra reale che potrebbe e dovrebbe ricostruirsi a partire da alcuni temi fondativi.

Dall’altro lato perché se con le percentuali si può giocare al ribasso o al rialzo, invece con i numeri assoluti c’è poco da fare, vanno presi come sono. E cinquantamila sono esattamente la metà dei voti che Virginio Merola ha preso nel 2010, quando è stato eletto sindaco. Se questa giunta e questa classe dirigente hanno intenzione di tirare diritto, come traspare dalle prime dichiarazioni, dovranno considerare l’eventualità concreta che la marcia, scandita a ogni passo dall’incertezza e dalla paura, termini con una disfatta. Le notizie che giungono dalla capitale non saranno di conforto per lorsignori: un altro mix micidiale di scarsa affluenza e sconfitta; disgusto per gli schieramenti politici e per qualcuno più che per altri.

La risposta a tutto questo è quella di Bologna: organizzazione dal basso e ingaggio della cittadinanza sui temi importanti, sulle scelte di indirizzo. La dimostrazione che “si può fare”.

Dunque oggi si riparte da qui. Da quota cinquantamila. Avanti.

Wu Ming

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Abbiamo vinto!

Ora basta con le privatizzazioni.

Il risultato è inequivocabile, 86.000 cittadini bolognesi sono andati a votare e a stragrande maggioranza hanno detto basta al finanziamento pubblico alle scuole private!

Questo importantissimo risultato è stato ottenuto nonostante la giunta comunale abbia cercato in tutti i modi di comprimere il diritto al voto non consentendo la concomitanza del voto referendario con quello per le elezionipolitiche, allestendo pochi ed improbabili seggi elettorali e mettendo in  atto una campagna di disinformazione senza precedenti.

Il fatto poi che Pd, Pdl, Lega nord, la Confindustria, le Centrali Cooperative, la Curia, Cgil, Cisl e Uil, Ministri e Parlamentari abbiano fatto campagna elettorale per il B, rende ancora più importante e significativo questo risultato.

Nei referendum alla fine contano i numeri e i cittadini che soffrono la crisi e sono determinati a fermare il saccheggio delle risorse pubbliche, sono di gran lunga più numerosi dei poteri economici e politici che hanno dato vita al grande inciucio.

Un referendum che parla al resto del Paese con un risultato che afferma che la scuola deve essere pubblica, laica e gratuita.

Dopo 20 anni di “saccheggio” dei beni comuni del paese, in piena crisi economica usata come un’accetta per eliminare molti servizi essenziali ai ceti popolari, i cittadini di Bologna hanno espresso un netto rifiuto alle privatizzazioni, alimentato dalla consapevolezza del netto fallimento di quelle politiche.

Ora i soldi regalati alle scuole private devono tornare alla scuola pubblica e serve uno stop alle politiche cittadine di privatizzazione e di  dismissione dei servizi pubblici a partire da quel sciagurato progetto di trasferimento dei servizi educativi e scolastici alle ASP!

Cgil, Cisl e Uil che hanno fatto campagna per il B e hanno perso, ora devono prendere atto che non sono più legittimate a trattare con l’amministrazione  comunale la dismissione dei servizi educativi e scolastici.

Sappiamo bene che la santa alleanza che ha condotto la campagna elettorale a favore del finanziamento pubblico alle scuole private farà di tutto per continuare a sostenere queste politiche impopolari ma il risultato del voto rafforza tutte le lotte contro le privatizzazioni dei servizi pubblici che sono in campo e che ci vedranno ancora impegnati come USB in prima fila.

OGGI È IL TEMPO DI FESTEGGIARE,
DOMANI SI RIPRENDE A LOTTARE PIÙ FORTI DI PRIMA!

Usb Bologna

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Bologna 26 Maggio 2013: ha vinto il SI!
Sciopero 30 Maggio 2013 confermato!

Il flop è di chi ha boicottato il referendum utilizzando il “potere” e i mezzi pubblici! Il flop è di chi, in sordina, sta tentando di privatizzare tutti i servizi!
Netta vittoria del Comitato art. 33: all’opzione A, contraria alla prosecuzione del finanziamento comunale da un milione di euro, sono andati 50.517 voti (59%), 35.160 all’opzione B, che proponeva la prosecuzione del sistema attuale pubblico integrato, pari al 41,00%.

La prima sconfitta di Sindaco e Giunta è venuta l’anno scorso quando hanno tentato in tutti i modi di non far svolgere il referendum. La seconda sconfitta è venuta ieri quando ha prevalso il Si!
Grazie a tutti coloro che hanno votato ma soprattutto a tutti coloro che, caparbiamente hanno lavorato contro il “gigante” schierato con tutte le sue forze e hanno fatto in modo che chi volesse si potesse esprimere.
Pura democrazia potremmo dire! Ma non scontata in una città e in un paese dove l’informazione non è più tale da tempo. L’abbiamo visto con i sostenitori del NO: la comunicazione e l’informazione troppo spesso è propaganda…. E quando questa non basta si utilizza una macchina pubblica, l’intero apparato pubblico, le omelie nelle chiese e il terrorismo mediatico per combattere la pura ragione dell’altro: hanno sostenuto addirittura che il milione di euro circa servisse a mantenere i circa 1.700 posti nelle scuole paritarie. Menzogne senza limite!

Serve qualcosa in più!

Si è solo vinta una prima battaglia ma ce ne dovranno essere molte altre!
CUB, quale promotore del referendum, lavorerà per far promuovere anche in altre città la stessa esperienza! La scuola pubblica è una ricchezza di tutti!
Con la consapevolezza che anche la scuola pubblica di oggi va migliorata!

Ora il Sindaco fermi i finanziamenti alla scuola privata ma anche la decisione di far gestire dalle ASP la scuola e tutti i servizi alla persona. Altra gigantesca menzogna!
Per questo CUB ha confermato lo sciopero di tutti i dipendenti del Comune e di tutti i dipendenti delle ASP: anche questa operazione va nel senso di privatizzare la gestione dei servizi utilizzando fondi pubblici per precarizzare lavoro e servizi.

CUB, per rivendicare la gestione pubblica di scuola e servizi invita tutti i lavoratori del Comune e delle ASP cittadine e della provincia ad aderire allo

Sciopero Giovedì 30 Maggio 2013
alle ore 9.00 concentramento al
CIRCOLO GIUSEPPE DOZZA A.T.C.
Via San Felice, 11/E – BOLOGNA (BO)

Sia sul fronte lavoro che sul fronte qualità del governo pubblico: avremo solo ciò che riusciremo a conquistare!

Cub Bologna