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Raid al Barattolo, “ma non torneremo indietro”

Nella notte del Pride, sfondata una vetrina e strappati i cartelli contro fascisti, sessisti, lesbofobi, transofobi, omofobi e razzisti. “Un’azione mirata e violenta”. Solidarietà da Atlantide.

03 Luglio 2014 - 16:25

Il mondo è pieno di transofobi, lesbofobi, omofobi, sessisti, fascisti e di tante altre categorie di questi generi…

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All’indomani del Pride, arrivando al Barattolo ci siamo trovate di fronte a uno scenario inquietante: la vetrina era stata sfondata, colpita chissà quante volte con dei mattoni, e i cartelli all’ingresso che intimano a fascisti, sessisti, lesbofobi, transofobi, omofobi e razzisti di stare alla larga dal locale, erano stati staccati e stracciati; la stessa violenta sorte era capitata ai comunicati di Atlantide esposti anche loro all’ingresso del bar.
Un brutto risveglio dopo la giornata di invasione della visibilità lgbtq in città; immediatamente ci rendiamo conto che non si tratta di un atto vandalico fine a se stesso, ma di un’azione mirata e violenta nei confronti del chiaro posizionamento politico da noi praticato e costantemente espresso.

La necessità di garantirci un reddito (o perlomeno di provarci), senza rinunciare ai nostri desideri e alla nostra identità, ci ha convinte 5 anni fa a creare questo spazio.
Non saranno certo la crisi economica o gli atti fascisti omo-lesbo-transfobici come questo a cambiare le nostre caratteristiche e a farci tornare indietro da questo percorso che ha creato un luogo di socializzazione e scambio tra soggettività lesbiche, gay, trans e queer.
Due segnali evidenti ci sono saltati agli occhi: da una parte una città perbenista che profumata di politically correct finge di sostenere e invece ostacola percorsi femministi, lesbici, gay e trans rischiando di legittimare attacchi di questo tipo e dall’altro il segnale che ci arriva dai messaggi di solidarietà che da lunedì ci vengono mandati da collettivi e singolarità.
Sarà questo secondo segnale a continuare a darci l’entusiasmo e le forme di resistenza necessarie.

Lidia e Mario
Il Barattolo

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Sebben che siamo froce paura non abbiamo

Nella notte del Pride, uno dei luoghi di socializzazione lgbtq più conosciuti in città è stato attaccato. Il Barattolo non è “solo” un bar: è uno spazio aperto che da anni organizza dibattiti, mostre, presentazioni, un punto di riferimento anche per la cultura e l’attivismo queer bolognese. Il vittimismo non ci appartiene, siamo abituate a tenere sempre su la testa. Ma non possiamo non notare che, in particolare nelle ultime settimane, grazie a pessime campagne stampa e ripetuti interventi di criminalizzazione del dissenso femminista e frocialista, si è creato un clima piuttosto pesante: c’è chi ha gridato alla violenza per un coro presentando esposti in procura, chi ha utilizzato le sedute del consiglio comunale per appellarci come “balordi, prepotenti e arroganti”. Nella realtà, però, quello che succede è che chi si ritrova la propria storica sede con cartelli strappati e striscioni fatti a pezzi, e ora anche il proprio posto di lavoro con le vetrine sfondate, siamo noi.

Una domanda, difficile da trattenere, ci sorge spontanea: non sarà che gli “sbandamenti” istituzionali, con cui si è tentato in ogni modo di delegittimare la presenza di femministe, lesbiche, froce, trans e punk nel Cassero di Porta Santo Stefano, hanno invece legittimato vili gesti come questo? Noi, dal canto nostro, andiamo avanti come sempre, orgogliose della nostra r-esistenza. Sebben che siamo froce e femministe, paura non abbiam e Stonewall è ancora dietro l’angolo.

Le Atlantidee